Aftermath - In trappola, la recensione: un b-movie senza infamia e senza lode

Al centro di Aftermath - In trappola un ex soldato che deve impugnare nuovamente le armi quando dei mercenari assaltano un ponte di Boston con l'intenzione di farlo esplodere. Su Italia1.

Un'immagine promozionale di Aftermath - In trappola

Eric Matthew Daniels, un ex ranger dell'esercito, si trova in macchina con la sorella sedicenne Maddie quando, nei pressi del Tobin Memorial Bridge, vicino a Boston, si imbattono in un blocco stradale. Sul medesimo tragitto deve passare anche il camion blindato della polizia che trasporta la prigioniera Samantha "Doc" Brown, testimone chiave in un processo "segreto" ad alcuni ex contractor accusati di crimini di guerra.

A Tutta Azione In Aftermath In Trappola
Dylan Sprouse in una scena di Aftermath

In Aftermath - In trappola, sono proprio i futuri imputati a prendere l'iniziativa per primi, con l'intento di catturare Sam e prendere in ostaggio il ponte e chi in quel momento si trovava a varcarlo a bordo della propria vettura. Usano degli esplosivi per spezzarlo in due, minacciando poi ulteriori detonazioni qualora le loro richieste non vengano esaudite. Mentre le forze dell'ordine cercano di comprendere come risolvere la situazione senza procurare danni ai civili, toccherà ad Eric intervenire in prima persona per sgominare quella banda sempre più spietata.

Aftermath: la cosa giusta

Un Immagine Di Aftermath
Aftermath - In trappola: un'immagine del film

Prodotto tra gli altri da Brad Pitt, Aftermath - In trappola è il più classico dei b-movie di matrice americana, con una distinzione relativamente netta tra buoni e cattivi e una retorica nazionalista che vuole comunque dire la sua, anche quando lo stesso esercito si è macchiato di gravi crimini in contesti di guerra. Perché se è vero che esistono le mele marce, il sistema è sicuro e va salvaguardato: questo tende a sottolineare la schematica sceneggiatura, che a conti fatti è il punto principalmente debole dell'operazione.

Come è possibile che anche i piani apparentemente perfetti possano andare storti? Semplice, se si inseriscono qua e là delle falle macroscopiche e i vari scagnozzi al servizio del crudele boss non brillano per acume, rendendosi protagonisti di situazioni improbabili quando non involontariamente ridicole.

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Ciak, azione!

Una Scena Di Aftermath In Trappola
L'azione non manca in Aftermath

Ma in Aftermath - In trappola è quindi tutto da buttare? Fortunatamente la messa in scena scattante e tipicamente di genere riesce a coprire almeno in parte la forzata sceneggiatura, con un'azione ad alto ritmo che caratterizza pressoché l'intera ora e mezzo di visione. Sparatorie, esplosioni, combattimenti a mani nude un impianto giocoso che non si prende troppo sul serio e che quindi giustifica in parte la dozzinalità alla base della storia. D'altronde dietro la macchina da presa troviamo Patrick Lussier, che lo scorso decennio ci aveva regalato un titolo fuori di testa come Drive Angry (2011) con uno scatenato Nicolas Cage.

Di chi siano i personaggi e quali intenzioni abbiano effettivamente o meno, ben presto non importa a nessuno, con l'anima ludica che prende il sopravvento su tutto il resto, con i vari pro e contro del caso. Un approccio superficiale ma in pura serie B, come tante pellicole a tema venivano realizzate negli anni '80 e '90: certo, recuperare atmosfere di cult celeberrimi è un'impresa manco tentata, ma per uno spettatore senza troppe pretese il film può garantire una serata intrattenente a base di birra e pop-corn.

Volti adatti ai personaggi

Il Protagonista Di Aftermath In Trappola
Ancora Dylan Sprouse in una scena

Il cast è accessorio all'occasione, con Dylan Sprouse - ex star insieme al gemello Cole delle serie Disney di Zack & Cody - nei panni dell'eroe tormentato da quanto vissuto sui campi di battaglia in Medio Oriente e il cattivo che più cattivo non si può affidato a Mason Gooding, figlio d'arte di Cuba Gooding Jr.. Ma il volto più interessante rimane probabilmente quello dell'attrice australiana Dichen Lachman, che offre la giusta dose di rozzezza alla figura della "prigioniera" Samantha, dal cui destino dipendono poi le sorti dell'intera vicenda.

Lanciarazzi che abbattono elicotteri, motociclette lanciate all'impazzata verso le fiamme, l'opinione pubblica che segue costantemente il dramma vissuto dai civili intrappolati sul ponte, seppure soltanto ad alcuni di questi sia dato uno spazio minimale per esigenze più o meno coerenti di script. La limitata ambientazione offre comunque una discreta varietà di situazioni, a patto di chiudere un occhio come già detto su una sceneggiatura da prendere con le pinze.

Conclusioni

Un ex soldato americano, in viaggio con la sorella minore, si ritrova suo malgrado coinvolto nella missione criminale di alcuni mercenari che hanno un conto in sospeso con il governo degli Stati Uniti. Bisogna chiudere un occhio e mezzo sulla sceneggiatura, derivativa e tronfia quanto basta tra frasi fatte e forzature assortite, per divertirsi il giusto nell'ora e mezzo di Aftermath - In trappola, action di serie B che a livello di azione e ritmo se la cava altrimenti discretamente. Un divertimento usa e getta, tanto ingenuo quanto passatempo se approcciato senza troppe pretese.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Regia ad alto ritmo d'azione.
  • Cast idoneo.

Cosa non va

  • Sceneggiatura da non prendere sul serio.