Ugly Betty: commento al finale della serie

Dopo quattro stagioni Ugly Betty giunge al termine, regalando un bel finale agli affezionati spettatori, i quali con un po' di tristezza salutano la tanto amata protagonista.

Era il 2006 quando, per la prima volta, abbiamo fatto la sua conoscenza. Era bruttina, fuori luogo, buffa e imbranata ma ci ha conquistati immediatamente. Il suo aspetto, ben lontano dai canoni estetici dettati dalla moda, ci ha scioccato e divertito, ma è bastato poco per apprezzare gli abiti appariscenti, le collane pacchiane, il poncho di Guadalajara. Ed è stato subito amore a prima vista. In fin dei conti Betty rappresenta ciò che, quasi tutte, vorremmo essere: fiere di noi stesse. La morale di questi quattro anni fatti di incredibili avventure, risate, gioie, dolori, assurdità del calibro solo di una telenovela che si rispetti, è questa, rimanere fedeli a ciò che siamo e a quello in cui crediamo, senza scendere a compromessi.
Già da qualche tempo era circolata la notizia che questa sarebbe stata la stagione conclusiva, scelta giustificata soprattutto dagli scarsi ascolti riscontrati nel tempo e perdurati nonostante gli svariati tentativi da parte della produzione di risollevarne le sorti, come la scelta di far partecipare allo show importanti guest star (un esempio su tutti la presenza di Shakira nell'episodio The Bahamas Triangle). L'anticipo con cui è stata comunicata la notizia ha fatto sì che la serie non venisse tagliata su due piedi, come invece spesso accade, dando così la possibilità di pianificare un finale degno di nota, che rispettasse l'identità di Ugly Betty, in modo da soddisfare i fan e dar loro un adeguato saluto. E così è stato.

Betty (America Ferrera) è cresciuta e maturata, ha imparato ad accettare le innumerevoli difficoltà riscontrate sul lavoro e in famiglia. Da semplice assistente del rampollo della ricca famiglia Meade, Daniel (Eric Mabius), è diventata redattrice per una delle testate di moda più importanti e autorevoli. La sua passione e l'eterno ottimismo le hanno permesso di gestire al meglio i rapporti con gli altri, soprattutto con i "perfidi" colleghi, i quali hanno comunque imparato presto a volerle bene. Dopo quattro anni di scherzi e battute cattive anche Amanda (Becki Newton) e Marc (Michael Urie) si sono lasciati trascinare dall'uragano Betty, mettendo - quasi sempre - da parte la loro divertente malignità, al punto di dividere con lei la scrivania e, per alcune vicissitudini, anche l'appartamento.

Perfino la terribile Wilhelmina Slater (Vanessa Williams), sempre impegnata nelle sue diaboliche macchinazioni con l'intento d'impadronirsi del patrimonio dei Meade, si lascia contagiare dall'energia e dalla positività, concedendosi un po' di felicità con l'amato galeotto Connor (Grant Bowler).
Il simpatico sorriso "metallico" ha conquistato naturalmente numerosi ragazzi: ricordiamo Walter (Kevin Sussman), l'imbarazzante primo fidanzato che viveva nel Queens e che faceva il commesso; l'insoddisfacente relazione con costui era stata ben presto minacciata dalla presenza di Henry (Christopher Gorham), il contabile conosciuto negli uffici di Mode, nonché il grande amore impossibile, ostacolato dalla presenza della ex ragazza incinta. Successivamente, anzi, contemporaneamente, abbiamo conosciuto Gio (Freddy Rodrìguez), un simpatico e sincero italo americano, il quale non è riuscito però a conquistare del tutto la nostra eroina. Come dimenticare Matt (Daniel Eric Gold), il figlio del magnate Hartley, che, dopo una tormentata relazione, nell'episodio Back in her place annuncia l'intenzione di trasferirsi in Africa per fare il volontario, dicendo addio a Betty in una commovente notte newyorkese.
In All the World's a Stage la protagonista s'invaghisce dell'attraente autore teatrale Zachary Boule (Aaron Tveit), con il quale ha una brevissima avventura, conclusa prematuramente a causa di una brutta delusione. Insomma, per essere Ugly la nostra Betty ne ha fatta di strada. Eppure non può finire così, non può rimanere sola, ci aspettiamo qualcosa di grosso dalla season finale.

Parte altrettanto fondamentale della vita della protagonista è la famiglia Suarez, composta dalla fantastica sorella Hilda (Ana Ortiz), dal papà Ignacio (Tony Plana) e dall'esuberante nipotino Justin (Marc Indelicato). La casa nel Queens rappresenta l'accoglienza e la famigliarità, con la cucina sempre pronta a sfornare squisitezze messicane e il salone di bellezza di Hilda (almeno prima che in Smokin' Hot questo non prendesse fuoco). Bobby Talercio (Adam Rodriguez), l'affascinante istruttore di guida per il quale Betty aveva una cotta ai tempi del liceo, entra a far parte di questo amatissimo nucleo famigliare, sposando Hilda in The Past Presents the Future.

Il rapporto tra le sorelle è sempre stato un punto cardine del racconto: eternamente in lotta, una l'opposto dell'altra, ma indivisibili ed estremamente divertenti nelle loro gag. Hilda è un personaggio amatissimo dal pubblico per la sua testardaggine, la capacità di creare costantemente confusione, l'irruenza con cui affronta ogni vicissitudine e l'amore incondizionato verso i suoi cari. Lei dovrebbe sostituire la mamma che non c'è più, ma il più delle volte è Betty a fare la parte della sorella maggiore. Il padre Ignacio, il quale ci ha fatto più volte penare con i suoi problemi di cuore (legati alla salute e all'amore), è un punto di riferimento, la ragione per cui la protagonista non riesce del tutto a lasciare il nido e a spiccare il volo. Infine abbiamo Justin, l'adolescente fashion victim amante dei musical, delle riviste patinate e di Lady Gaga. I Suarez sono una parte funzionale al racconto in quanto ci aiutano a comprendere più da vicino Betty e a capire le ragioni che l'hanno spinta ad essere ciò che è.

In quattro stagioni abbiamo visto veramente di tutto: uomini diventare delle stupende donne di successo (Alexis Meade), dongiovanni trasformarsi in mariti premurosi (Daniel), ciniche diavolesse perder la testa per un irresistibile delinquente (Wilhelmina), folli centraliniste trasformate in stylist (Amanda) e poi cani miliardari, uteri in affitto, drag queen che si fanno chiamare Wilhediva Hater, famiglie italiane con probabili trascorsi nella mafia, misteri e sotterfugi, figli abbandonati e poi ritrovati, sette pericolose, blog vincitori del premio Blobby, reggiseni da un milione di dollari e, soprattutto, apparecchi che se ne vanno per lasciare spazio ad un sorriso meraviglioso.

Tutti questi stupendi ricordi, gli affetti più cari, i corridoi e gli uffici della redazione di Mode, la casa Suarez, l'appartamento a Manhattan sono le cose che la nostra protagonista si porta con sé a Londra, città in cui si trasferisce per cominciare una nuova carriera, cercando di seguire per la prima volta i suoi sogni, abbandonando così il complicato ma allo stesso tempo amatissimo ambiente della moda. Betty lascia New York, papi e tutta la famiglia Suarez, gli amici, ma soprattutto la ragazzina con la frangetta e l'apparecchio che, solo quattro anni prima, si era timidamente affacciata innanzi a tutto questo. Il brutto anatroccolo è oramai divenuto un bel cigno, una ragazza autentica che si mette continuamente in discussione, proprio come noi. Sugli scalini della National Gallery un incontro concede un finale volutamente aperto: Daniel è a Londra, senza una vera ragione, dopo aver lasciato il suo impero a Wilhelmina. Un futuro insieme? Possibile che lui si sia davvero innamorato della ex-bruttina? Potrebbe essere o potrebbe non essere, noi sorridiamo assieme a Betty mentre si incammina lungo Trafalgar Square, con la speranza di un nuovo amore così imprevisto e di una nuova meritatissima vita.