Se c'è una cosa che si può dire a proposito di Guillaume Canet, uno degli attori francesi più conosciuti, poliedrici e apprezzati di questi ultimi anni nel cinema transalpino e non solo, è che non sia uno che non creda nei progetti a cui partecipa. Anzi, andando avanti nel tempo il suo ruolo al loro interno si è sempre più allargato, non a caso egli ha sviluppato una carriera da regista / interprete.
Il nuovo film originale Netflix che lo vede coinvolto, Ad Vitam, non fa assolutamente eccezione, visto che si tratta di un progetto in cui non solo figura anche come produttore e co-sceneggiatore oltre che protagonista, ma appare interamente costruito su di lui. Così tanto da far sorgere il dubbio che abbia messo bocca anche sulla regia curata da Rodolphe Lauga.
Si tratta di un film action con echi da thriller quasi politico. Una di quelle tipologie di film che in Europa è possibile fare quasi solo in Francia, per motivi storici e culturali. Una pellicola dai risvolti in realtà piuttosto banali con un sottotesto incentrato sul tema dell'eredità paterna e un'idiosincrasia di fondo, dato che si tratta di un'operazione omaggio alla forza collettiva della Gendarmeria nazionale francese (GIGN) eppure è, di fatto, un one man show.
Che ci nascondi Franck?
Conosciamo Franck Lazarev (Canet) come un uomo qualunque che si guadagna da vivere come un operaio su fune, che si occupa anche della sicurezza del team, e che ogni sera si preoccupa di tornare a casa intero perché sta per diventare papà, visto che la sua compagna Léo (Stéphane Caillard) è ormai giunta all'ottavo mese di gravidanza.
C'è però qualcosa che non torna nell'equazione, vista una presenza sempre più sospetta che sembra minacciare all'incolumità di Franck, il quale è, infatti, sempre più turbato, come in attesa che qualcuno possa sfondare la porta del suo focolare e distruggere la sua serenità. Cosa che di fatto avviene ad opera di un gruppo di omaccioni mascherati che hanno una dura colluttazione sia con lui che con Léo (fatto non proprio carino) dalla quale escono vincitori.
Pare che i motivi di tale aggressione siano legati ad un fattaccio occorso durante la vita precedente della coppia, nella quale facevano parte di un'unità d'élite della Gendarmeria nazionale. Qualcosa, quindi, è legata al passato, ed p tornata a tormentare Franck, che ora si ritrova emaciato, sotto ricatto e privato dell'amore della sua vita incinta di suo figlio.
Ad Vitam: uno showcase action per Canet
Ad Vitam è uno di quei titoli che all'interno della pellicola acquisiscono una doppia valenza, essa indica l'incapacità del protagonista di staccarsi definitivamente dal suo trascorso all'interno dell'efficientissimo, prestigiosissimo e unitissimo GIGN (adeguatamente tributato) sia con eccezione positiva (si tratta di un lascito) e sia negativa (esso torna per tormentarlo).
Un innesco classico per un action che punta tutto su ritmo, messa in scena e coreografia delle scene ad alto impatto, sfruttando l'idea di inserire un flashback per costruire personaggi e rispondere ai perché della trama. Anche questa, una soluzione già ampiamente adottata da una miriade di titoli statunitensi del genere. Allo stesso modo anche la scelta di allargare in confini dell'intrigo che coinvolge il protagonista ad una dimensione nazionale serve più come espediente per chiudere un cerchio, ma non ha nulla di politicamente rilevante. Anzi, la sua importanza sfuma man mano che scorrono i minuti, lasciando spazio al tema della paternità.
Di fatto Ad Vitam ruota interamente intorno a Guillaume Canet, tutto il resto serve solo a costruire una cornice così esclusiva che non è permesso opporgli neanche un avversario all'altezza, se non il senso di colpa. Il dramma dell'uomo senza macchia e senza paura. Il mattatore francese, dal canto suo, dà prova di grande smalto fisico, cucendo qua e là la sua interpretazione con il sorriso guascone che lo ha sempre contraddistinto. Il film è veramente poco altro al di là di questo, e al di là della capacità di tenere un ritmo discreto, tanto che le poche soluzioni registiche interessanti si contano sulle dita di una mano.
Conclusioni
Il nuovo originale Netflix di provenienza francese è un one man show tutto action per Guillaume Canet. Ad Vitam è un'operazione dai risvolti così classici da sfiorare il banale che punta tutto su ritmo e scene ad alto impatto in cui poter esaltare il suo protagonista. Come collegamento una volontà neanche troppo celata di omaggiare la GIGN e un sottotesto sul peso della paternità.
Perché ci piace
- Un'operazione godibile per gli amanti dell'action.
- La prova di Guillaume Canet riesce a reggere il film...
Cosa non va
- ... anche se non pare il genere in cui si esalta di più.
- Non c'è nulla di originale o sorprendente.
- La struttura narrativa è un semplice espediente.