Il 2025 è andato in archivio con non pochi scossoni catodici che hanno coinvolto la tv generalista, spaziando per l'intero telecomando e in fasce orarie diverse. Con il pubblico sempre più incline a costruirsi il proprio palinsesto, grazie allo streaming che ci tramuta tutti in direttori di rete, i 9 principali canali sono sempre più obbligatoriamente chiamati a mantenere alta l'attenzione dello spettatore medio.
Evitando inciampi e produzioni che puzzino di stantio, perché abusate e riciclate nel tempo, con alcune scommesse vinte da alternare a rovinose cadute.
Ne abbiamo raccolte 5, alcune della quali particolarmente inattese e sorprendenti, brindando possibilmente ad un 2026 che sappia realmente osare. Prima che i palinsesti di casa superino quelli ufficiali.
La crisi dei reality Mediaset
25 anni di Grande Fratello & Co, e sentirli tutti. Dal 2000 ad oggi Mediaset ha letteralmente spolpato un genere, abusando del reality in ogni stagione e sua forma, con le più ovvie ed inevitabili conseguenze.
Nel giro di un anno su Canale5 abbiamo visto andare in scena l'edizione meno vista della storia dell'Isola dei Famosi, condotta da Veronica Gentili e con una media inferiore ai 2 milioni di telespettatori; la chiusura improvvisa del disastroso The Couple con Ilary Blasi; e infine l'edizione meno vista della storia del Grande Fratello, condotta da Simona Ventura e arenatasi ad una media di 1.892.000 telespettatori con share al 14,93% di share.
Tutto questo senza dimenticare l'infelice esperienza di fine 2024 con La Talpa di Diletta Leotta, chiusa anticipatamente con una media share al 12,47%. Se tre indizi fanno una prova, quattro consecutivi la certificano con la cera lacca. Pier Silvio Berlusconi capirà ciò che appare evidente a chiunque, catapultando i reality Mediaset in rehab per almeno un paio di anni, o inspiegabilmente proseguirà sulla strada dell'autodistruzione di un genere?
Amadeus e il fallimento Nove
Doveva essere l'anno della definitiva consacrazione, dopo aver archiviato i primi complicati mesi del 2024, e invece il ricchissimo e milionario matrimonio tra Amadeus e Nove si è tramutato in un rapporto di pura e sola convivenza contrattuale.
Chiuso il remake Chissà chi è, andato in archivio il 30 gennaio dopo 80 puntate dal 97% del pubblico televisivo mai viste, il 2025 è proseguito con la prima serata di Like a Star, andato in onda da maggio a luglio nell'indifferenza più o meno generale. Una sorta di Tale e Quale Show che incontra Re per una Notte, il cui share ha oscillato tra il 2,3% e il 3,7% per otto settimane, lasciando poi spazio a The Cage - Prendi e scappa, nuovo game show dell'access prime time Warner Discovery quotidianamente spazzato via da qualsiasi forma di concorrenza presente sul telecomando.
150 puntate per Amadeus e una media giornaliera inchiodata più o meno al 3%, con Affari Tuoi e La ruota della Fortuna a duellare spaziando tra il 25% e il 30%. Un affronto per l'ex reuccio Rai che persino con la 2a edizione de La Corrida è riuscito a non tenere l'urto.
Dimezzati gli spettatori rispetto alla prima edizione del 2024, per un anno che potrebbe aver tracciato la strada futura per Amadeus, rumor alla mano pronto a lasciare Warner in estate per tornare in Rai o a Mediaset, dove nel 2025 ha già fatto capolino in qualità di giudice del serale di Amici e conduttore dell'evento benefico/musicale Una. Nessuna. Centomila. Contratto alla mano Amadeus dovrebbe rimanere su Nove fino al 30 giugno del 2029 ma una convivenza forzata non converrebbe a nessuno, quindi perché non separarsi amichevolmente?
La fine dell'Era Techetechete
Già l'estate del 2024 era stata complicata, seppur ci fossero le Olimpiadi di Parigi e gli Europei di Calcio a seminare apparenti giustificazioni, ma al di là dei numeri Auditel l'impressione che Techetechete fosse giunto al suo naturale e conclusivo ciclo di vita era a molti apparso evidente.
Tranne che ai dirigenti Rai: d'altronde come rinunciare ad un programma a costo zero in grado di riempire 3 mesi di access prime time? Ma a forza di tirare la corda le famigerate teche sono esplose, perché dinanzi al colpo di teatro di Pier Silvio Berlusconi, che ha spedito Paperissima Sprint su Italia1 per rianimare la quarantennale Ruota della Fortuna, Techetechete è precipitato nel quasi dimenticatoio, finendo doppiato ogni sera da Gerry Scotti.
Se Canale5 ha investito su un format anni '80 che si pensava morto e sepolto, Rai1 ha continuato a cavalcare una geniale intuizione di Michele Bovi del lontano 2012 che per oltre un decennio ha garantito alla rete ammiraglia ottimi ascolti con filmati di puro archivio.
Un sogno per qualsiasi dirigente, se non fosse che il format con il tempo si sia inevitabilmente logorato, tra teche già viste e anche altrove sfruttate, narrazione assai meno ispirata, eterna sensazione di deja-vu e l'idea Bianca Guaccero a divulgare spiegoni che è apparsa come pietra tombale ad un fantastico programma che ha dato tantissimo al servizio pubblico. Raschiando il fondo.
Antonio Ricci detronizzato
Per 35 anni Antonio Ricci ha monopolizzato l'access prime time di Canale5. Prima con Striscia la Notizia e gli spin-off Veline/Velone, e poi con Paperissima Sprint in tutte le sue forme, senza dimenticare il fallimentare Cultura Moderna. Tra le 20:30 e le 21:30 almeno una generazione di telespettatori non ha mai visto altro sulla rete ammiraglia Mediaset se non un programma di Antonio Ricci, fino allo scorso 14 luglio quando Pier Silvio Berlusconi ha teletrasportato Paperissima Sprint sul primo pomeriggio di Italia1, affidando a Gerry Scotti e a La Ruota della Fortuna il compito di battagliare prima con Techetechete e successivamente con Affari Tuoi. Ed è stato un trionfo.
Se le papere e soprattutto il Gabibbo venivano quotidianamente sconfitti dalla concorrenza Rai, con la resuscitata Ruota Canale5 è tornata a far suo il ricchissimo slot post-tg dopo anni di sonore e clamorose sconfitte, tanto da costringere Ricci ad un'inattesa pausa. L'ultima puntata di Striscia la Notizia è andata in onda su Canale5 il 7 giugno 2025, mentre l'ultima di Paperissima Sprint il 13 luglio.
Per rivedere Striscia la Notizia bisognerà aspettare gennaio 2026 ma non nella sua consueta fascia oraria bensì in prima serata, con il rischio flop paurosamente dietro l'angolo. Perché per funzionare in prime time Ricci dovrà stravolgere la propria creatura, letteralmente ribaltarla. Riuscirà nell'impresa o sarà definitivo canto del Cigno e fine di un'era durata quasi 40 anni?
Il retequattrismo di governo
Ascolti in pesante calo per quasi tutti i programmi di informazione di Rete4, negli anni diventata la Fox d'Italia, megafono di una destra che se fino a pochi anni fa era all'opposizione adesso con Giorgia Meloni guida il Paese con un'ampia maggioranza. E allora come far evolvere quel "retequattrismo" che è diventato quasi inorgoglito marchio di fabbrica nel fare un certo tipo di "comunicazione politica", a lungo funzionale ad una tv urlata, polemica, litigiosa, populista perché "contro" governi guidati anche da partiti del centrosinistra, da 3 anni minoranza parlamentare?
Faticano Quarta Repubblica di Nicola Porro (doppiato da Giletti su Rai3) e Fuori dal Coro con Mario Giordano (doppiato da Report), ma a boccheggiare sono anche programmi meno "governo-centrici" come È Sempre Cartabianca (spesso doppiato da Floris su La7) e Realpolitik (doppiato da Aldo Cazzullo).
A resistere è Dritto e Rovescio con Paolo Del Debbio, che riesce a battere la concorrenza diretta di Piazza Pulita per poi soccombere con 4 Di sera al cospetto di Il Cavallo e la Torre su Rai3 e Otto e Mezzo su La7.
Inevitabilmente impossibilitati ad addossare colpe a chi colpe non può averne, e automaticamente portati a lodare sempre e comunque chi è alla guida del Paese qualsiasi cosa dicano, come fare a risultare non solo credibili ma anche televisivamente e giornalisticamente parlando interessanti se non si cambia rotta?