Recensione Ventitré (2004)

Non è mai carino scrivere male di un lavoro che è frutto dell'impegno di un variabile numero di persone ma trovare qualcosa di apprezzabile nel film di Duccio Forzano è un'ardua impresa.

23, numero sfortunato

La vita del critico cinematografico talvolta impone infauste cerimonie. Nel caso del film in questione, Ventitré, perfino un funerale si gioverebbe di una recensione più radiosa. Non è mai carino scrivere male di un lavoro che è frutto dell'impegno di un variabile numero di persone ma, anche con tutta la buona volontà a disposizione, trovare qualcosa di apprezzabile è un'ardua impresa. Beninteso in termini cinematografici, perché questo genere micidiale di comicità un pubblico televisivo lo troverebbe eccome. In seconda serata se non in terza.

Il film è stato girato con pochi mezzi e si vede. La granulosità dell'immagine in alcune inquadrature e il sonoro in presa diretta alternato ad un doppiaggio scollatissimo di alcuni personaggi sono le incurie più vistose. Il cinema insegna però che i dettagli tecnici sono trascurabili se il trasporto narrativo è sufficientemente coinvolgente. In quest'accozzaglia di sketch da cabaret scovare una trama avrebbe potuto essere più difficile, in realtà non lo è perché la storia è talmente esile da non avere intreccio. Nella fittizia località di San Gennaro sul Monte le donne sono così sciatte che gli uomini del paese, sacerdote incluso, si organizzano per ospitare una decina di focose femmine bulgare contattate via internet. L'arrivo previsto è per il 23 dicembre, da cui il comodo titolo ed è comprensibile. Un altro che potesse suggerire una sintesi del film forse solo Rubik lo avrebbe trovato.

La ciliegina sulla torta ce la mette, però, la voce narrante di Bruno Pizzul, il quale si è tristemente prestato ad una sorta di radiocronaca calcistico-sportiva della storia. Si salva in parte la direzione artistica di Duccio Forzano proprio grazie alla natura delle circostanze in cui il regista della trasmissione di RaiUno Stasera pago io si è trovato a lavorare. La regia è dimessa, al servizio del trio comico I Ditelo Voi e delle gag e non vuole essere nient'altro.

L'unica brava attrice è la bella Barbara Rizzo, sprecata in uno dei personaggi che fanno da spalla. C'è da augurarsi che la troupe si sia divertita sul set, durante le riprese. Sarebbe piacevole sapere che almeno qualcuno due risate se l'è fatte.