L'anarchia dell'infanzia
Fantasia ed infanzia vanno di pari passo e la piccola Ramona è una dimostrazione pratica della capacità dei giovanissimi di usare la propria immaginazione per arricchire ed ampliare il mondo in cui si muovono. Ma non è l'unica caratteristica della più giovane della famiglia Quimby, spinta da un senso d'indipendenza ed un pizzico d'anarchia che finisce per renderla facilmente una spina nel fianco per quelli che la circondano: una vera peste, come la definisce la sorella maggiore Beatrice, che deve il suo nomignolo Beezus proprio al modo in cui la sorellina le storpiava il nome da piccola. Ramona e Beezus, appunto, come dal titolo del film diretto da Elizabeth Allen che si ispira ai romanzi per ragazzi di Beverly Cleary, una serie di successo oltreoceano iniziata negli anni '50 ed andata avanti fino alla fine del secolo scorso.
La scelta della produzione della giovane star Disney Selena Gomez (vista per esempio nella serie I maghi di Waverly) per il ruolo dell'adolescente Beatrice/Beezus farebbe pensare all'intenzione di spostare il baricentro della storia più in favore della maggiore delle sorelle Quimby, ma non è così e la più piccola Ramona si conferma figura centrale della narrazione con la sua voglia di essere sè stessa sempre e comunque, senza rinunciare a voli di fantasia e prese di posizione che possano metterla nei guai.
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E' merito del giusto approccio della Allen, che cura molto i dettagli, non per ultime le canzoni che accompagnano il racconto, a partire da quella eseguita dalla stessa Gomez, Live Like There's No Tomorrow, alle altre tra cui citiamo Walking on Sushine ed Eternal Flame, e che riesce anche a mettere in scena con surreale vivacità i sogni ad occhi aperti della ragazzina, alla quale dà il volto la giovanissima Joey King, aggiungendo una carica di brio e fantasia al tono della pellicola. Dispiace che queste ultime si riducano solo a poche parentesi e che siano bilanciate in negativo da un'eccessiva attenzione in fase di sceneggiatura alle storie degli adulti della famiglia.
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Non è un difetto che affondi il film, ma sicuramente lo rende meno accessibile e più noioso proprio per il suo pubblico di riferimento, e questo per un film per ragazzi non è un difetto da poco.
Movieplayer.it
3.0/5