Perché l'alieno creato da Spielberg in E.T. L'extraterrestre è marrone? Perché i protagonisti di Love Story si innamorano follemente? Perché uno pneumatico abbandonato nel deserto californiano prende improvvismente vita uccidendo coi suoi poteri paranormali ogni essere vivente che gli si para davanti, il tutto sotto lo sguardo incuriosito di un pubblico partecipe? Per nessun motivo. O meglio, un motivo c'è ma per comprenderlo occorrerebbe chiedere direttamente al regista Quentin Dupieux che sembra essersi divertito un mondo a dirigere Rubber, divertissement completamente folle che ha richiesto tre mesi di postproduzione. Risate, colpi di scena e un pubblico attonito (anzi due, quello diegetico e quello inchiodato sulle sedie della Piazza Grande) pronto a seguire l'incredibile marcia della gomma impazzita. Alla fine della proiezione apprenderemo che il nome del pneumatico star di Rubber è Robert. Anche questo è cinema. Di tutt'altra pasta il poetico Svet-Ake - The Light Thief, raffinata pellicola immersa nelle desolate steppe del Kirghizistan. Protagonista della storia è il "signor Luce", ometto capace non solo di fornire la luce al villaggio in cui vive, ma di mediare tra gli altri abitanti delle steppe grazie alla sua onestà e al suo buon cuore. La vicenda personale di un piccolo uomo straordinario è la chiave usata dal regista Aktan Arym Kubat per aprirci gli occhi sulla situazione delle Repubbliche asiatiche dopo il crollo dell'Unione Sovietica, in particolare del poverissimo Kirghistan, segnato dal collasso del tradizionale sistema agro-pastorale e dall'emigrazione di massa dei giovani verso Russia e Kazakistan.

Insieme a Pietro, ieri il concorso ha visto anche l'esordio della regista Vania d'Alcantara, formatasi a Bruxelles e a New York. In Beyond the Steppes la protagonista, la giovane polacca Nina, viene deportata insieme al figlio ai confini dell'URSS a seguito dell'occupazione della Polonia da parte dell'Armata Rossa. Mentre infuria la guerra Nina dovrà lottare contro le durissime condizioni di vita dei territori inospitali mettendosi in marcia insieme a ungruppo di nomadi kazaki per trovare le medicine che serviranno a salvare la vita al figlio malato.