Colori, ritmo, allegria e tanta musica a Cannes con la commedia Taking Woodstock che, dopo tanti melodrammi, vede finalmente Ang Lee alle prese con un tema leggero e anticonformista, l'organizzazione dell'epico happening musicale più celebre di tutti i tempi, la tre giorni di sesso, musica e libertà di Woodstock. Il regista taiwanese si presenta sulla Croisette insieme al suo cast, rappresentato qui dai giovani Emile Hirsch e Demetri Martin e dall'eccezionale Imelda Staunton, irresistibile nel film.
Taking Woodstock rappresenta un passo indietro nel passato per riscoprire un epoca di eroi anticonformisti. Già in passato aveva affrontato il periodo compreso tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 nel drammatico Tempesta di ghiaccio. Questo film sembra quasi il completamento comico, positivo dell'altro.
Ang Lee - Per me gli anni '60 coincidono con un'idea romantica di libertà, con l'ultimo brandello di innocenza. La fine di quest'epoca positiva coincide proprio con la tre giorni di Woodstock. Mentre promuovevo il mio precedente film a San Francisco ho incontrato l'autore del romanzo Taking Woodstock, Elliot Tiber, che era seduto proprio dietro di me. Abbiamo parlato e qualcosa è scattato nella mia testa. Così ho deciso di realizzare questo film come inno alla pace, alla libertà e a un'epoca che non ritornerà mai più.
Demetri Martin, lei è un attore che lavora principalmente in televisione, ha il suo show personale, scrive tutto il suo materiale ed è un artista estremamente indipendente. Come è stato lavorare sotto la direzione di Ang Lee?
Demetri Martin - Da un certo punto di vista è estremamente rilassante avere l'oppotunità di mettertsi sotto il controllo di qualcuno come Ang Lee. Mi sono sentito molto protetto sul set. E' stata una grandissima opportunità, mi sento molto fortunato ad avere vissuto quest'esperienza. E' ovvio che in una struttura di questo tipo ti devi fidare del regista e dei suoi collaboratori e fare tutto ciò che ti dicono.
Quale è il valore simbolico dell'evento Woodstock per voi?Ang Lee - All'epoca di Woodstock io vivevo a Taiwan, ma ho seguito l'evento in televisione. Conoscevo alcuni degli artisti che si sono esibiti e seguivo a distanza il fenomeno hippie. In quegli anni ero troppo giovane, ma col tempo ho capito che quell'innocenza, quella ribellione contro il precedente establishment erano il tentativo di creare qualcosa di nuovo, di vivere vicino agli altri, senza impedimenti sociali. Vi era l'aspirazione alla fratellanza, indipendentemente dalle proprie origini, a un nuovo legame più intimo con la natura. Ovviamente Woodstock è legato anche al concetto di 'sesso, droga e rock 'n roll'. Questo modello non ha avuto solo riscontri positivi, ma ha piantato i semi per una liberazione nei modi e nei pensieri che in parte prosegue anche oggi.
Emile Hirsch - Per me Woodstock è qualcosa di cui ho sentito parlare dai miei genitori o dai loro amici che mi hanno raccontato di persone che hanno ballato tutto il tempo ascoltando grande musica senza lavarsi e facendo sesso. Quel genere di cose che mi spingeva a dire: "Ok mamma, basta così. E' disgustoso!" Sul set ho imparato che Woodstock è stato un evento veramente speciale, in un'epoca in cui le persone avevano una mente aperta, pronto a sperimentare cose nuove, senza convenzioni sociali.
Demetri Martin - Io conosco bene i gruppi che hanno suonato a Woodstock e per me è sempre stato, prima di tutto, un evento musicale, un happening rock. Io vengo dal New Jersey, non molto lontano dal luogo in cui si è tenuto il concerto. Ma Woodstock è anche un evento storico, che ha pesato per la sua contestazione al Vietnam e questo momento è stato ancora più significativo proprio perché tutte le persone che vi hanno partecipato erano per lo più giovani.
Mr. Lee, anche in questo film sono presenti alcune riflessioni sull'omosessualità. Coem mai si occupa spesso di questo argomento?
Ang Lee - In realtà a me interessa la complessità dell'animo umano. In tutti noi sono presenti componenti diverse ed è molto interessante analizzare queste componenti e il peso che hanno nel carattere di ciascuno. Ovviamente per narrare queste cose occorre che vi sia una storia forte alla base e io cerco di fare proprio questo, narrare storie interessanti.
Quanto ha pesato nella costruzione di questo film il documentario su Woodstock che è stato realizzato?
Ang Lee - L'idea originale era quella di usare parte del materiale del documentario montandolo nel film ma dopo aver girato una parte delle scene mi sono detto: "Perché ho bisogno di questo documentario quando posso ricreare tutto da zero?" E ho tagliato tutto. Però ho cercato di ricreare uno stile visivo coerente come quello dell'epoca. Spero che questo traspaia dal film.
Ha intenzione di girare altre commedie in futuro?
Ang Lee - Certamente. Mi sono divertito moltissimo e sono stato felice di cambiare genere per rilassarmi un po'.
Come è stato per Emile Hirsh e Imelda Staunton interpretare un reduce del Vietnam e un'immigrata negli USA?
Emile Hirsch - Per entrare nel ruolo e sembrare autentico ho parlato con un alcuni veterani del Vietnam e dell'Iraq. Ho anche imparato a usare le armi e a parlare come un soldato.
Imelda Staunton - Anche io ho letto molto e ho incontrato degli immigrati, ho parlato coi membri della mia famiglia emigrati dall'Irlanda, ma il mio lavoro è soprattutto quello di empatizzare col personaggio, di creare il ruolo dentro di me. In questo caso è stato complicato perché il mio personaggio è particolarmente complesso, ma alla fine ho trovato le giuste corde da toccare risolvendo i problemi legati al ruolo.
Lei ha vinto l'Oscar, due Golden Globes, due Leoni d'Oro, due Orsi d'oro. Cosa si attende da questo festival?Ang Lee - Non so se qui è previsto un qualcosa d'oro per premiare le commedie. Sono felice di essere a Cannes con un film dedicato alla felicità. Spero che piaccia al pubblico, ma non mi attendo niente altro.
L'esperienza di Woodstock ha lasciato radici profonde a livello sociale. Cosa è importante ricordare di quel momento?
Ang Lee - La musica dell'epoca è qualcosa di indimenticabile. Inoltre spero che permanga quello spirito di ribellione contro l'autorità rigida, contro le convenzioni per ricostruire una relazione più intima con le persone e con madre natura. Mi piacerebbe anche assimilare un po' dello spirito di ribellione e della capacità di lasciarsi andare, divertendosi senza troppe inibizioni.
(Con la collaborazione di Valentina D'Amico)