Ferrari, Pietro Scalia: "Tutti pensano che il film di Michael Mann sia un biopic. Non è così"

Pietro Scalia, montatore di Ferrari, ha anticipato alcuni dettagli della pellicola di Michael Mann girata in Italia svelando che non si tratta di un biopic nel senso stretto del termine.

Ferrari, Pietro Scalia: 'Tutti pensano che il film di Michael Mann sia un biopic. Non è così'

Di Ferrari di Michael Mann si sa ancora ben poco. Al di là di quale sporadica foto del protagonista Adam Driver invecchiato ad hoc, finora poco o niente è stato rivelato sul film che farà il suo debutto al Festival di Venezia. A svelare i primi dettagli sul film è il montatore Pietro Scalia, ospite del Locarno Film Festival 2023 dove ha ricevuto il Vision Award Ticinomoda.

Adam Driver Plays Enzo Ferrari Preparing For The 1957 Mille Miglia Race Photo Credit Lorenzo Sisti
Ferrari: Adam Driver in una foto dal set del film di Michael Mann

"Michael Mann mi ha aspettato per anni perché Ridley Scott vuole sempre lavorare con me e non ero mai libero" ha spiegato Scalia. "Ferrari è stato girato l'estate scorsa a Modena e dintorni. Io avevo la sala di montaggio là e ho seguito il lavoro da vicino. Mann è una persona estremamente precisa, prende appunti su tutto, mi arrivavano pagine e pagine non facili da leggere. Registra vocali su vocali e ha delle persone che trascrivono tutto. Ha una concentrazione pazzesca e l'energia di un ventenne.

Nel corso degli anni Pietro Scalia ha letto varie stesure dello script di Ferrari. "L'ultima è davvero molto bella, ma non è un biopic. Molti pensano che lo sia, ma in realtà è concentrato in un momento preciso della vita di Enzo Ferrari, nel 1957, dove si intrecciano eventi familiari e lavorativi. È un film complesso, un dramma shakesperiano".

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Ritorno in Italia, anche se per poco

Ferrari ha permesso a Pietro Scalia di fare ritorno in Italia, ma a fronte di tante collaborazioni quelle con autori italiani, per il montatore, si contano sulla punta delle dita. "Il motivo? Non lo so, forse perché ho sempre lavorato" confessa lui. "Quando finisco un film mi ritrovo senza lavoro e quindi accetto un'altra proposta. Questa è stata la mia grande fortuna, perché non ho garanzie di lavoro. Per fortuna Ridley Scott è incredibilmente prolifico. Vorrei arrivare a quell'età con quell'energia. Ma se in Italia mi chiamassero accetterei di corsa".

Alla domanda su chi vorrebbe che lo contattasse, Scalia risponde: "Conosco Garrone e Sorrentino, li stimo molto, ma hanno i loro collaboratori. Chissà, magari qualche regista giovane".