Xavier Dolan: l'enfant prodige presenta a Cannes il suo Mommy

Quarta presenza a Cannes per il venticinquenne canadese che stavolta presenta un lavoro capace di incantare il pubblico. E Dolan ipoteca già un riconoscimento.

Dal Quebec con furore. A 25 anni Xavier Dolan ha già diretto cinque film, di cui quattro presentati a Cannes e uno a Venezia, che hanno catturato l'interesse della critica. La reazione suscitata da Mommy è, però, entusiastica. Sarà Palma d'Oro? Lo scopriremo tra un paio di giorni. Nel frattempo Xavier Dolan riflette sull'influsso dell'autobiografia nella sua carriera e nella presenza materna in due dei suoi lungometraggi. "La relazione con mia madre mi ha ispirato nel mio primo film, J'ai tué ma mère. In seguito ho cercato di allontanarmi dal personale per riflettere sulla figura materna in generale. Diane, la protagonista di Mommy, è completamente diversa da mia madre. Non so la ragione per cui sia una figura ricorrente nel mio cinema, ma sento il bisogno di riflettere sul ruolo della madre e della donna nella società. Io sono cresciuto con mia madre, i miei genitori erano separati perciò vedevo mio padre solo nel weekend. Oggi un buon rapporto con lui, ma durante l'adolescenza non sono riuscito a trascorrere con lui abbastanza tempo da conoscerlo, da costruire emozioni insieme. Forse è questa la ragione per cui è assente dai miei film. Con mia madre, invece, abbiamo litigato a lungo. Il cinema, per me, è stato una forma di rivalsa nei suoi confronti, perché nei film puoi fare ciò che vuoi. Sei totalmente libero".

Titanic mi ha insegnato a non aver paura di raccontare storie

Mommy: Anne Dorval in una scena
Mommy: Anne Dorval in una scena
Cosa significa, per Xavier Dolan, far parte della selezione ufficiale di Cannes a soli 25 anni? "Sono davvero felice di essere stato selezionato per il concorso. Il cinema è la mia passione, non è un dovere. Non lo sento come un lavoro né come un obbligo. E' la mia forma di espressione. Questo è il motivo per cui lavoro così velocemente. Per me creare è come una droga, ho bisogno di trovare il modo di creare nuove opere. Non è una scelta lavorare così freneticamente né voglio lanciare messaggi, ma il cinema per me è come una famiglia. Sul set sono circondato dalle persone che amo e voglio continuare a lavorare il più possibile". Vista la sua giovane età, Xavier Dolan continua a essere definito dalla critica un enfant prodige, ma come spiega lui stesso "non esiste un'età giusta per iniziare a raccontare delle storie. Nel mio caso è qualcosa che ha sempre fatto parte di me. Non penso a me stesso come a una persona giovane o vecchia, ma cerco di fare le cose necessarie per raccontare ciò che mi sta a cuore. Ho imparato il mestiere sul campo. Ho cominciato a recitare all'età di quattro anni e ho avuto occasione di guardare tanti registi. Ero affascinato dal loro mestiere e dalle loro regole. Quando ho visto Titanic ho capito il funzionamento dei film, ho capito che c'è un momento giusto per far accadere le cose, ho compreso l'importanza delle musiche, dei costumi, degli ambienti, ma soprattutto ho visto quanto era ambizioso. Questo aspetto mi ha dato fiducia, mi ha aiutato a superare le mie paure. Ora non temo più le idee ambiziose, non ho paura di raccontare storie e devo tutto questo alle mie fonti di ispirazione ".

Ora non uccido più mia madre

Antoine-Olivier Pilon e Anne Dorval in una scena del film Mommy
Antoine-Olivier Pilon e Anne Dorval in una scena del film Mommy
Quando gli viene chiesto se Mommy è sorta di risposta matura, adulta, alla ribellione giovanile di J'ai tué ma mère, Xavier Dolan ci tiene a sottolineare con energia che i due film sono completamente indipendenti. "L'unico elemento che lega le mie due opere è la centralità del legame madre/figlio. J'ai tué ma mère nasce da un mio bisogno preciso, dalla mia necessità di ribellione, è un film che riflette la rabbia dell'adolescenza ed è narrato dal punto di vista del figlio. Non direi che in Mommy c'è un totale rovesciamento, ma a diventare centrale è la figura della madre, anche se la storia non è filtrata attraverso il suo punto di vista. Questo non è un film su due persone che si odiano, ma è un film su due persone che non riescono a fare a mano l'uno dell'altra fino a che questo diventerà troppo. Sono due persone che cercano di vivere un sogno americano che non è stato pensato per loro. Stavolta ho affrontato temi molto più ampi e complessi. E' tanto tempo che penso a questo film. All'inizio avevo pensato di girare negli Usa in lingua inglese, è una cosa che vorrei fare più avanti nella mia carriera e questa poteva essere l'occasione giusta. Poi però ho deciso di tornare a occuparmi delle mie radici ambientando la pellicola in Quebec, vicino a dove sono cresciuto osservando le madri del vicinato. Questa scelta mi ha dato grande forza. Non ho paura di mettermi alla prova girando in inglese, ma le persone che conosco bene sono state una grande fonte d'ispirazione".

Un regista tuttofare

Mommy: Antoine-Olivier Pilon in una scena
Mommy: Antoine-Olivier Pilon in una scena
Regista, attore, sceneggiatore, montatore, Xavier Dolan è un cineasta instancabile che si occupa di ogni aspetto della produzione visiva, anche della scelta dei costumi di cui si occupa personalmente per creare il look dei suoi personaggi. Dove trova l'energia? "In effetti è un sacco di lavoro, ma amo talmente queste attività che per me non è un sacrificio. Mi piace seguire la creazione di ogni aspetto dall'inizio alla fine. Adoro scegliere i costumi, con i loro colori sono il primo contatto visivo del pubblico quindi hanno una grande importanza. Non so dove trovo l'energia per fare tutto. Per molti sono un nerd, ma a spingermi è proprio la passione. Adoro stare sul set e creare il film insieme ai miei collaboratori. Non mi piace delegare la creazione delle idee che nascono nella mia mente. Sono come un pittore, vedo i fotogrammi nella mia testa uno dopo l'altro. Anche se il film è una creazione collettiva penso che sia il regista a dover far nascere l'opera nella sua mente per poi realizzarla insieme agli altri. Non voglio sembrare pretenzioso né sminuire l'importanza degli altri, ma adoro fare queste cose e montare i miei film". Un altro degli elementi che risalta in Mommy è la colonna sonora del film. "La musica per me è l'anima del film; per questo motivo il suo uso deve essere funzionale alla storia narrata. Tutte le musiche che sentiamo in Mommy sono parte integrante del film perché fanno parte di una compilation fatta dal padre per la madre e il figlio prima di morire. Però le ho incorporate attraverso l'uso della radio, dell'autoradio, della musica nei bar".