Valzer: la vita in piano sequenza

Arriva finalmente al cinema il bel film di Salvatore Maira, girato in un unico piano sequenza, presentato con successo alla Mostra del cinema di Venezia del 2007. Tra gli interpreti una splendida Valeria Solarino e Maurizio Micheli.

Sono trascorsi già due anni dalla sua presentazione alla Mostra del cinema di Venezia, nell'ambito delle Giornate degli Autori, ma solo adesso il bel Valzer di Salvatore Maira riesce a trovare spazio nelle nostre sale. Una sola a dir la verità, al Nuovo Cinema Aquila di Roma, dopo il test dai risultati esaltanti di Torino. A Venezia il film vinse ben due premi Pasinetti, quello alla migliore attrice, assegnato alla protagonista Valeria Solarino, e una menzione al film, ma sono tanti i riconoscimenti conquistati nei festival di tutto il mondo. Ci si aspettava quindi che le case di distribuzione si fiondassero su un prodotto di qualità del genere, ma alla fine è stata necessaria l'autodistribuzione della Home Film per vedere il film approdare al cinema. "Valzer è un'opera totalmente autoprodotta che ora diventa anche autodistribuita - ha dichiarato il regista nel corso della conferenza stampa di presentazione del film - Per fortuna, in alcune città ci sono luoghi come il Cinema Aquila con esercenti dal volto umano. Se ci fosse un posto del genere in ogni città il nostro cinema sarebbe sicuramente diverso."

Girato in un unico piano sequenza, Valzer racconta un'ora e mezza di vita all'interno di un prestigioso albergo di Torino. Tra drammi personali degli inservienti che si confrontano con l'amore, la precarietà del lavoro, il miraggio della perfezione e della ricchezza, e scandali calcistici controllati e benedetti ai piani alti, Maira si muove con grande fluidità e con una sorprendente ricchezza di toni tra i personaggi che danzano nel suo film, in quel grande valzer che è l'esistenza quotidiana. Notevole il lavoro fatto nelle riprese per rendere il piano sequenza una grammatica cinematografica naturale. "Il film è stato possibile perché sia gli attori che i tecnici hanno condiviso la sua sostanza - afferma Maira - e sono entrati nell'idea che si stava per compiere un'impresa: arrivare al novantesimo minuto senza tagli. Abbiamo condiviso insieme un progetto, non un film." Lungi dal tradursi in mero virtuosismo, il piano sequenza non affatica mai la visione, ma anzi la stimola e la sfida giocando sugli ambienti, sulla loro continua trasformazione e sul movimento. Il film è stato girato per intero ben dieci volte, ma alla fine la scelta è caduta sulla penultima prova: "Ci ho messo ben sei mesi a decidere qual era quella migliore - rivela il regista - ma alla fine ho capito che bisognava favorire l'impatto emotivo offerto dalla performance degli attori."
Oltre alla bella e brava Valeria Solarino, Valzer propone Maurizio Micheli in un inedito ruolo drammatico e l'emergente Marina Rocco in un personaggio chiave esaurito tutto nei sorprendenti flashback che non interrompono mai il flusso dell'azione, ma che vi si incastrano dentro con disinvoltura. "Il flashback era connaturato alla necessità della storia di far emergere il passato come compresente a quello che veniva narrato" dichiara a tal proposito il regista, che è riuscito a rendere la scenografia un elemento stesso della tensione della storia e non solo l'involucro che contenesse le singole scene. Un notevole contributo alla costruzione delle atmosfere del film è stato poi fornito dalla fotografia di Maurizio Calvesi che ha saputo cogliere e riproporre al meglio lo spirito che animava la storia. Una storia ricca di stimoli e di temi importanti, che riflette con grande maturità sulle brutture del nostro paese, sulla solitudine di chi sceglie di non lasciarsi travolgere dal marcio della società e sulle diversità in grado di 'riscaldare' una vita. E poi c'è la riflessione su quel 'pubblico ignorante' che ormai viene coltivato da chi ha interesse a spegnergli il cervello: "Il pubblico ormai viene condotto e spinto in quella direzione - spiega Maira - Non si tratta di manipolazione, ma di distrazione rispetto a un contenuto sociale. E' una trasformazione antropologica e il danno tra un po' sarà di tipo genetico." Il regista siciliano definisce infine Valzer come una "piccola fiammella che serve a seminare" e in effetti la bellezza e l'originalità di una simile operazione meriterebbero una giusta attenzione da parte del pubblico.