Sylvie’s Love, la recensione: in the mood for love a tempo di jazz

La recensione di Sylvie's Love, storia d'amore nella New York degli anni '50, in cui i due protagonisti, Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha, non riescono a seguire lo stesso ritmo.

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Sylvie's Love: Tessa Thompson in una sequenza

New York, 1958: per strada esce il fumo dai tombini, ogni scorcio sembra luccicare e due ragazzi, Sylvie e Robert, si innamorano spolverando vinili. Lei lavora nel negozio di dischi del padre, sognando una carriera come autrice televisiva, lui arrotonda per poter continuare la difficile scalata al successo da sassofonista. Leggendo queste righe li avete immaginati bianchi? Allora il film di Eugene Ashe ha fatto il suo lavoro. La recensione di Sylvie's Love che abbiamo in punta di tasto sarà più tagliente, al contrario del racconto anche sceneggiato da Ashe, disponibile da questo Natale su Amazon Prime Video.

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Sylvie's Love: un'immagine del film

Presentato al Sundence Film Festival a gennaio 2020, Sylvie's Love è un dramma romantico che ha tutti i topos del genere: due protagonisti belli belli in modo assurdo, il cui amore, per colpa del destino avverso (e della loro incapacità di comunicare) sembra sempre seguire due ritmi differenti. Sylvie (una sempre più brava e bella Tessa Thompson) è benestante e ha una vita comoda già preparata davanti a sé: nonostante sappia in cuor suo che non amerà mai nessuno come Robert (Nnamdi Asomugha), quando lui le offre il sogno - andare a Parigi insieme e vivere di solo romanticismo e musica - si tira indietro. Nascondendogli una notizia fondamentale: aspetta un figlio da lui.

Gli anni passano, Sylvie si sposa con un altro crescendo la figlia di Robert, accumula vestiti splendidi e riesce a farsi strada nel mondo della televisione. Robert di contro fatica, si consuma per continuare ad aggrapparsi al proprio sogno. Si ritrovano: l'amore è ancora lì. Ma, anche stavolta, sembra non essere in grado di andare oltre la scintilla: si consuma presto, lasciando solo ceneri. È un classico dei drammi romantici: l'amore richiede un tempo giusto e se i due componenti di una coppia non riescono a sincronizzarlo la magia non funziona.

Sylvie's Love come La La Land ma molto più vicino a Jordan Peele

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Sylvie's Love: una sequenza

Guardando la bellezza delle immagini di Sylvie's Love, le luci romantiche, le figure eleganti dei protagonisti sembra quasi di vedere una risposta a La La Land ambientata sulla costa opposta. Da Los Angeles ci spostiamo a New York, dai giorni nostri agli anni '50: a fare da collante la musica jazz, resa grande proprio in quegli anni da artisti prevalentemente di colore. Ed è qui l'aspetto più interessante del film di Eugene Ashe: esattamente come nelle classiche storie romantiche interpretate da bianchi, i protagonisti non sentono il peso del pregiudizio razziale. Non c'è praticamente mai un momento in cui la lotta per i diritti civili si prende la scena. Solo due innamorati e la loro commovente e quotidiana relazione amorosa. Far sparire l'elemento politico è, paradossalmente, un atto estremamente politico. Tra l'altro una costante di questo anno cinematografico e televisivo.

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Sylvie's Love: una sequenza del film

Rielaborando una frase di Genny Savastano, protagonista di Gomorra - La Serie: "Mo ce ripigliamm' tutt' chell che NON è 'o nuost". Diversi autori stanno facendo qualcosa di assolutamente geniale: appropriarsi dell'immaginario. Citando un'altra serie tv, South Park (il modo in cui dice le cose può piacere o meno, ma molto spesso riesce davvero a cogliere lo spirito dei tempi) era arrivata a questa intuizione nel 2007, con l'episodio in tre parti Immaginationland. In quella storia dei terroristi del Medio Oriente attaccano l'immaginario collettivo occidentale: Immaginationland appunto. Sembra una battuta estrema, ma in realtà evidenzia perfettamente un tema centrale per il cinema contemporaneo (e non solo). Quello della rappresentazione nell'immaginario pop. Guardando Sylvie's Love viene quasi spontaneo chiedersi: ma perché non c'è mai nessuno che fa una battuta razzista? Perché non si vede la condizione subalterna dei protagonisti rispetto ai personaggi bianchi? Perché Eugene Ashe, come ha fatto Jordan Peele con l'horror grazie a Scappa - Get Out e Noi: si sta appropriando di un genere e un immaginario.

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Sylvie's Love: una foto

Siamo così abituati a vedere personaggi di colore morire male in film horror, o non essere mai i protagonisti di una storia romantica, in cui al massimo li vediamo in ruoli da spalle, che Sylvie's Love potrebbe destabilizzarci. La stessa cosa l'hanno fatta in tv Ryan Murphy e Misha Green, rispettivamente con Hollywood e Lovecraft Country. In Hollywood si riscrive la storia, in Lovecraft Country si utilizza il genere per raccontare la storia (e si citano Indiana Jones, i romanzi di H.P. Lovecraft, L'esorcista con questa volta protagonisti di colore). La potenza di un'immagine supera quella di mille slogan e rende tutto più familiare.

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Sylvie's Love: la politica passa anche attraverso la moda

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Sylvie's Love: una scena del film con Tessa Thompson

A prova che l'immaginario, anche estetico, è fondamentale e che ormai i tempi sono pronti per renderlo più vario e inclusivo, Sylvie's Love fa quello che Colazione da Tiffany ha fatto con Audrey Hepburn (sarà un caso che il romanzo di Truman Capote sia stato pubblicato proprio nel 1958? Esattamente l'anno in cui comincia il film? Forse sì, ma ci piace pensare che ci sia un filo invisibile a legare le due opere). L'attrice vestita da Yves Saint Laurent con abiti incredibili è diventata un'icona di stile e di bellezza, amata e citata ancora oggi. Qui si fa una cosa simile con la protagonista Tessa Thompson (che nella vita reale è davvero una fashion icon, sempre più legata al marchio Chanel): nel ruolo di Sylvie sfoggia un numero infinito di abiti bellissimi, che esaltano la sua bellezza, rendendola una figura quasi da favola. A firmare gli abiti è la costumista Phoenix Mellow (talento da tenere d'occhio: ha lavorato a Mad Men, Mindhunter, Black Panther e anche alla miniserie Hollywood, un altro capo del filo invisibile di cui parlavamo prima), che si diverte a giocare con la moda dell'epoca, fatta di stoffe preziose, gonne ampie e punto vita esaltato. L'amore di Sylvie del titolo diventa quindi non soltanto quello per Robert, ma anche quello per la moda, per il cinema, per la musica, per se stessa: e se il film non è così forte come la sua protagonista, l'immagine di [PEOPLE=/personaggi/tessa-Tessa Thompson splendida come una principessa Disney è entrata nel nostro immaginario. E non si può non amarla.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Sylvie's Love, il film ha come maggior punto di forza la protagonista Tessa Thompson e gli splendidi abiti disegnati da Phoenix Mellow. Classico dramma romantico ambientato negli anni '50, ha il suo elemento di originalità nella scelta dei protagonisti, entrambi di colore: l'autore Eugene Ashe fa un atto politico nascondendo la politica. E si appropria di un immaginario.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Tessa Thompson è sempre più brava e bella.
  • I costumi di Phoenix Mellow.
  • La colonna sonora jazz.

Cosa non va

  • La storia sa di già visto.