Mulholland Drive: è davvero il miglior film del 21esimo secolo?

Cogliamo l'occasione del quindicesimo anniversario dall'uscita per riflettere sulle caratteristiche e sull'importanza del conturbante ed enigmatico capolavoro di David Lynch.

Laura Harring in una scena di Mulholland Drive, di David Lynch
Laura Harring in una scena di Mulholland Drive, di David Lynch

Per chi si chiedesse il motivo di questa apparentemente stramba domanda, la risposta eccola qua: qualche settimana fa la BBC ha effettuato un sondaggio e ha chiesto a 177 critici provenienti da tutto il mondo quale fosse il miglior film degli ultimi 16 anni, ovvero del secolo corrente. Il primo posto, l'avrete intuito, l'ha conquistato il film di David Lynch, ma nella lista dei migliori 100 i capolavori certamente non mancano. Così come non sono mancate le polemiche sul modo in cui è stato fatto il sondaggio, sui film scelti e su quelli invece esclusi, e ovviamente sulla contrapposizione critica vs pubblico che mai come negli ultimi tempi sembra infiammare gli animi.

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Però è evidente che mai come in questo caso il tipo di pubblico a cui è stata posta la domanda sia fondamentale, perché ancor più che molti altri film presenti nella classifica, Mulholland Drive è davvero un film fatto per cinefili. Se sia addirittura il migliore degli ultimi tre lustri è difficile dirlo, ma viene quasi spontaneo sbilanciarsi positivamente nel ricordare quanto ancora oggi questo film arrivato nelle sale USA 15 anni fa, il 19 ottobre del 2001, riesca a suscitare emozioni così forti tra sostenitori e oppositori. La cosa però forse più affascinante di questo Mulholland Drive è che nell'elencare i principali motivi per cui effettivamente lo consideriamo un capolavoro, beh, ci rendiamo conto che questi motivi potrebbero essere esattamente gli stessi che spingono molti addirittura ad odiarlo.

Attenzione, seguono spoiler sul film

1. Nasce come serie TV e diventa l'emblema del capolavoro d'autore

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Considerata l'importanza che questo film ha assunto negli anni e considerato anche i prestigiosissimi riconoscimenti ricevuti 15 anni fa - premio per la migliore regia a Cannes; film, regista, compositore e attrice dell'anno per l'American Film Institute; 4 candidature ai Golden Globes e addirittura una nomination all'Oscar come Best Director per Lynch - fa quasi sorridere ricordare oggi questo aneddoto: perché, come alcuni sapranno, Mulholland Drive in partenza non era affatto un film, ma un pilot televisivo che avrebbe dovuto rappresentare, nelle intenzioni del suo autore e dei produttori della Touchstone Television, il grande ritorno in TV dopo l'incredibile e seminale I segreti di Twin Peaks.

Il pilot fu girato nel 1999 e in seguito rifiutato dai capi della ABC, non troppo incoraggiati soprattutto dall'atteggiamento misterioso di Lynch che, a differenza del suo serial precedente, non sembrava avere idee abbastanza chiare su eventuali sviluppi del plot (5 anni dopo la stessa ABC dimostrò di aver imparato dai propri errori lanciando Lost). A quel punto furono due produttori francesi, Pierre Edelman e Alain Sarde con StudioCanal, a convincere il regista a riscrivere nuove scene, rigirarne altre e realizzare un nuovo montaggio da portare al cinema. Anzi, al Festival di Cannes. Da lì in poi fu un vero e proprio trionfo fino ad arrivare ai nostri giorni, a quindici anni dalla sua uscita, ad essere considerato il film del secolo.

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Ma tutto nasce dalla TV, ed è significativo notare come proprio un personaggio eccentrico e difficile come Lynch per ben due volte, Twin Peaks prima e Mulholland Drive dopo, abbia contribuito in maniera essenziale ad azzerare le differenze tra grande e piccolo schermo, e abbia dimostrato come da progetti televisivi, magari anche guardati con sospetto e sufficienza, possano venir fuori due prodotti che hanno segnato gli ultimi 25 anni come poche altre opere. Lynch ha dimostrato che, di fatto, cinema e TV sono la stessa cosa. Ce ne stiamo rendendo conto tutti ormai da tempo grazie alla nuova età d'oro delle serie televisive e grazie ad un alcune logiche di mercato ormai in comune, ma Lynch, nel bene e nel male, l'aveva già scoperto mettendosi in gioco per ben due volte. E, speriamo, possa tornare a farlo ancora con il tanto atteso ritorno a Twin Peaks.

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2. Un film che ti costringe a ripensarlo, riviverlo e rivederlo immediatamente

Naomi Watts e Laura Harrington in una scena di Mulholland Drive di D. Lynch
Naomi Watts e Laura Harrington in una scena di Mulholland Drive di D. Lynch

Se in pochi magari conoscono l'origine televisiva di cui sopra, siamo certi che nessuno invece farà fatica a ricordare quella che è la caratteristica principale del film di Lynch: la sua enigmaticità. Apparentemente lineare (addirittura fin troppo per essere un film di Lynch) per gran parte della sua durata, il film cambia completamente da un certo momento in poi (il club Silencio) per diventare un vero e proprio puzzle che cattura, affascina e trascina lo spettatore in un vortice di emozioni e sensazioni che lasciano senza fiato fino ad un finale di inaudita e inarrivabile potenza.

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Del significato del film, anzi di una guida all'interpretazione, avevamo già scritto nel lontano 2003 e sarebbe inutile ripeterci ora; anche perché quell'articolo nasceva da un'esigenza ben precisa, quella di mettere ordine (o almeno provarci) alle tante idee che ci passavano per la testa dopo l'ennesima visione consecutiva di un film che, per chi non si arrende all'idea di semplicemente dover accettare passivamente una sequenza di immagini apparentemente senza senso compiuto, rappresenta una sfida ed un richiamo irresistibile.

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E se la necessità di risolvere l'enigma può essere considerata da qualcuno una superflua sovrainterpretazione, se non addirittura qualcosa di dannoso per l'esperienza dell'opera, questa volta è proprio il regista che invita, anzi quasi sfida, lo spettatore con i 10 indizi per la comprensione del film che inserisce all'interno del DVD americano e inglese. I seguenti:

  • Prestate particolare attenzione all'inizio del film: almeno due indizi sono rivelati prima dei titoli di testa.

  • Fate attenzione alle apparizioni della lampada rossa.

  • Riuscite a sentire il titolo del film per cui Adam Kesher sta cercando l'attrice principale? È menzionato di nuovo?

  • Un incidente è un avvenimento terribile... notate il luogo dell'incidente.

  • Chi dà una chiave? E perché?

  • Notate il vestito, il posacenere e la tazza.

  • Cosa si prova, si comprende e si ottiene al club Silencio?

  • Solo il talento ha aiutato Camilla?

  • Notate le circostanze in cui si vede l'uomo dietro il Winkies.

  • Dov'è la zia Ruth?

Melissa George in una scena di Mulholland Drive
Melissa George in una scena di Mulholland Drive

Come sempre Lynch è affidabile fino ad un certo punto e ama giocare con lo spettatore come fa il gatto con il topo, ma almeno un paio di quegli indizi effettivamente sono fondamentali per avvicinarsi alla "verità", ammesso che così vogliamo definirla. Ma più che questo, è bene sottolineare quanto possa essere fondamentale cercare e trovare una propria interpretazione per godere appieno il valore di questo film: che va oltre il mero intreccio narrativo, va oltre alcune sequenze indiscutibilmente splendide e oltre anche la colonna sonora magnifica di Angelo Badalamenti, ma risiede proprio nei suoi simbolismi e nella lucidità (abilmente mascherata dagli orrori tipici lynchiani) dell'esposizione dei suoi temi.

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3. È il film che riassume meglio l'essenza di Los Angeles, Hollywood e l'industria del cinema

Justin Theroux  in una scena di Mulholland Drive, di David Lynch
Justin Theroux in una scena di Mulholland Drive, di David Lynch

Quali sono quindi questi temi di cui ci parla Lynch? Qui veniamo ad un altro punto che può spiegare il perché della fascinazione della critica per questo film: perché Mulholland Drive parla innanzitutto del cinema stesso tanto da poter essere considerato, a ragione, una sorta di Viale del tramonto dei nostri tempi, film con cui condivide oltre che l'ambientazione losangelina anche l'allusione a una celebre strada di LA nel titolo. E infatti il film di Lynch è da subito diventato uno dei film essenziali sulla Città degli angeli, nonostante sia fondamentalmente una ferocissima critica alla fabbrica dei sogni di Hollywood.

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Eppure anche Lynch non può che tradire una fascinazione ed un'amore per questa città, per quella strada e per tutto quello che rappresentano: il potere seduttivo del cinema, delle star e dei registi ma anche quello distruttivo e nefasto dell'industria che può trasformare in un battito di ciglio i sogni in incubi, artisti e persone per bene in "putrefazione umana" (Lynch dixit). D'altronde chi meglio di Lynch, tra i grandissimi registi degli ultimi decenni, può conoscere le difficoltà e le trappole di Hollywood? E soprattutto può dire con fierezza di non essersi mai piegato alle richieste degli studios ma anzi di aver proseguito, a testa alta, per la sua strada? Ricordate per esempio quando decise di fare da solo una campagna pro-Oscar per Laura Dern in Inland Empire portando una mucca sull'Hollywood Boulevard?

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4. Ci conferma che noi (e il cinema) siamo davvero fatti della stessa materia dei sogni

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Tutto questo (la mucca no, ma c'è comunque un cowboy) è presente in Mulholland Drive in maniera piuttosto evidente, così com'è presente questa stessa ambivalenza e ambiguità che guida il suo regista: la scena culto sulle note di Llorando, splendida e potente come poche negli ultimi decenni, nel Club Silencio rappresenta proprio l'impossibilità di distinguere tra vero e falso, tra realtà e sogno. E quindi anche tra realtà e cinema. Tutto questo è Mulholland Drive, ma tutto questo è in fondo anche la vita di chi arriva a Los Angeles con un'idea soltanto: quella di fare cinema e trovare il successo. Non tutti ci riescono, ma per tutti questa ricerca ha comunque un prezzo.

Un sensuale wallpaper del film Mulholland Drive
Un sensuale wallpaper del film Mulholland Drive

Non è un caso che nella scena immediatamente successiva a quella del club, il sogno termina e il vero orrore comincia: quello della vita reale, degli insuccessi e delle frustrazioni, delle gelosie e dei sensi di colpa. Lynch adora le contraddizioni e a questo punto del film sembra pronto a mostrarci gli incubi come solo lui sa fare, ma in realtà quello che stiamo vedendo è la vera protagonista e la sua vera storia per la prima volta. Per la prima volta nella sua dimensione reale e non semplicemente rifugiata in quei sogni che usa per placare i suoi demoni.

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5. Paradossalmente è uno dei film più accessibili e diretti di Lynch

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Lynch si prende gioco dello spettatore sì, ma non come ci aspetteremmo, e non lo fa per il solo piacere della provocazione ma perché vuole manipolarti come fa Hollywood e come fa il cinema ogni singolo giorno. La scena dell'audizione di Betty è la più significativa in questo senso: quando la protagonista aveva provato la stessa scena a casa con Rita il risultato era stato deludente se non addirittura ridicolo, così quando lo fa davanti ai registi e ai produttori siamo pronti ad aspettarci la stessa cosa. Invece la magia del cinema fa il suo ingresso, Betty diventa un'attrice vera (almeno nel sogno ovviamente) e noi scopriamo che Lynch ci ha sì manipolato ma l'ha fatto nel modo più puro possibile, semplicemente attraverso il talento della sua interprete. Guardando di seguito l'una all'altra - prima Betty e Rita che provano e poi l'audizione - le due scene sono impressionanti, e probabilmente dicono di più sul dualismo cinematografico tra industria e arte - e di come sia difficile (ma non impossibile) farli convivere - di mille altri film che sono arrivati prima.

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Nonostante la fama di film puzzle, Mulholland Drive è in realtà molto più semplice e lineare di quanto possa essere per esempio uno Strade perdute o un Fuoco cammina con me o addirittura il successivo INLAND EMPIRE, ed è un film che potrebbe per esempio appassionare e convincere anche coloro che non amano Lynch proprio perché rappresenta caratteristiche diverse e, se vogliamo, uniche nel suo cinema.

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6. La performance di Naomi Watts

Wallpaper del film Mulholland Drive
Wallpaper del film Mulholland Drive

Se finora abbiamo detto che queste motivazioni potevano essere viste, a seconda dello spettatore, tanto quanto un pregio che come un difetto del film, aggiungiamo un' ultima considerazione sperando che almeno su questo aspetto non ci siano dubbi nel considerarlo unanimemente un incredibile punto di forza del film, un capolavoro (nel capolavoro) su cui si possa davvero essere tutti d'accordo. Nel 1999, quando Lynch cominciò a girare, l'attrice anglo-australiana era una perfetta sconosciuta: alle spalle aveva tanti film ma con ruoli minori e una serie NBC da protagonista (The Sleepwalker Project - I Guardiani del sonno) cancellata dopo una manciata di episodi. Se le capitava ogni di tanto di finire sotto le luci del riflettore era solo grazie alla storica amicizia con la diva Nicole Kidman. Ma dopo Mulholland Drive la stessa Naomi Watts divenne una star e lo divenne a 33 anni, non per la sua bellezza, non per le sue amicizie e non perché era scesa a compromessi. Ma solo per il suo talento purissimo e il fiuto di Lynch.

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David Lynch e Naomi Watts sul set di Mulholland Drive
David Lynch e Naomi Watts sul set di Mulholland Drive

Il sogno di Betty/Diane nel film si avverò per Naomi grazie ad una performance più unica che rara, un'interpretazione che, almeno per chi scrive, è senza alcun dubbio ancora oggi tra le migliori mai viste sul grande e sul piccolo schermo. L'interpretazione di Naomi Watts, e la splendida storia e carriera che ne è scaturita, è Mulholland Drive nella sua essenza. Sicuramente uno dei capolavori artistici di questo secolo e la dimostrazione che, nonostante tutto, se non Hollywood, almeno il cinema ha ancora tanti sogni da regalarci.