Directions: guidando di notte per un paese alla deriva

Un po' Jarmusch per il tema, un po' Kiarostami e Panahi per lo stile, e tanto anche della new wave rumena per l'aspra critica sociale, Directions è un film che nella sua semplicità e, a volte anche nella sua ingenuità, colpisce nel segno. Una delle sorprese della sezione Un Certain Regard dello scorso Festival di Cannes.

Directions: un'immagine tratta dal film
Directions: un'immagine tratta dal film

Micho, un piccolo imprenditore che come secondo lavoro fa il tassista, uccide il banchiere corrotto che l'aveva inizialmente illuso. La sua morte avrà conseguenze dirette e indirette su un gruppo di persone molto diverse tra loro ma tutte unite, in qualche modo, dai tanti colleghi di Micho che durante la notte operano per Sofia nei loro taxi gialli. Un chirurgo che sta per lasciare il paese, un insegnante che vuole suicidarsi, un uomo d'affari corrotto rientrato in Bulgaria per un losco affare e molti altri sono i personaggi che popolano Directions - Tutto in una notte a Sofia, una delle sorprese della sezione Un Certain Regard dello scorso Festival di Cannes.

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Ma se quello di Stephan Komandarev è un film corale, il vero protagonista è il Paese in cui si svolge l'azione, quella Bulgaria martoriata dalla corruzione e condannata ad essere abbandonata dalle migliori menti del paese. Un paese che non si è mai veramente ripreso dalla caduta del regime comunista e che, proprio come uno dei personaggi del film, avrebbe bisogno soltanto di un trapianto di cuore, di una cambiamento dall'interno. Peccato che tutto questo sia impossibile perché, appunto, come viene detto nel film, dalla Bulgaria "tutti i realisti e i pessimisti se ne sono andati da tempo", rimangono così gli ottimisti, coloro che ancora credono che un cambiamento sia possibile ma non fanno abbastanza per portarlo avanti. Continuano a rimandare il trapianto di cui sopra, e semplicemente attendono in un miglioramento che probabilmente non verrà mai.

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Tassisisti di notte

Directions: un momento del film
Directions: un momento del film

Un po' Jarmusch per il tema, un po' Kiarostmai e Panahi per lo stile, e tanto anche della new wave rumena per l'aspra critica sociale, questo Directions è un film che nella sua semplicità e, a volte, anche nella sua ingenuità colpisce nel segno. E rimane impresso perché, prima ancora che il discorso su un Paese, decide innanzitutto di raccontare delle storie e dei personaggi. Non tutte funzionano o colpiscono nel segno allo stesso modo, ma tutte insieme formano un quadro complesso e certamente desolante di quella che sembra davvero essere la situazione di Sofia e della Bulgaria nella sua interezza.

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Directions: Vasil Banov in una scena del film
Directions: Vasil Banov in una scena del film

Se il film funziona è merito della sceneggiatura che si fa sempre più avvincente, degli attori tutti convincenti e dello sguardo del regista asciutto e privo di alcun tipo di retorica. Ma è soprattutto l'idea di base ad essere vincente, perché se c'è un gruppo di persone che può effettivamente raccontare una città intera è proprio quello dei tassisti, l'abbiamo visto in passato anche in film ben più prestigiosi. Eppure in questo Directions c'è un qualcosa in più, o forse qualcosa in meno: l'ironia. Spesso dietro un taxi e questi viaggi anonimi i registi celano la volontà di mostrarci il grottesco, ma Komandarev sceglie invece solo di evidenziare il dolore e la frustrazione di un popolo che si sente abbandonato, ma anche la resistenza e la forza di coloro che sono rimasti.

Movieplayer.it

3.5/5