Recensione Belle toujours - Bella sempre (2006)

Belle Toujours conquista il cuore di chi ama il cinema, perché è un atto sincero di un uomo, De Oliveira, che continua a stupire, parlando d'amore.

Bella, ancora

A trentotto anni dal loro ultimo incontro, Severine e Henri, d'improvviso, si vedono a teatro. Un battito di ciglia e Severine si nasconde tra la folla all'uscita. Un'attesa, e poi Henri scorge ancora la donna.
Finiranno a cena insieme, per parlare di quello che è stato ed è. Senza rimorsi. Senza rimpianti.

L'ultranovantenne Manoel De Oliveira, scrive e dirige un piccolo e breve film da un grande significato. Il regista portoghese si mette in gioco e omaggia Bella di Giorno e Luis Buñuel, realizzandone un ideale seguito. Il risultato è un'ora e dieci minuti di semplice poesia. Sono le parole e gli sguardi a conquistare ancora. Bulle Ogier interpreta il ruolo che era di Catherine Deneuve (che ha rifiutato la parte) e Michel Piccoli è un magnifico Severine, uomo di ottant'anni dal fascino e dalla classe intatti.
De Oliveira, quindi li accompagna in questo viaggio, ma si limita ad osservarli, senza disturbarli, perché questo è il momento (l'ultimo?) della loro intimità, in cui si confessano e si aprono, l'uno all'altra, perché ormai non hanno più nulla da perdere.

Le inquadrature sono sempre meno, interminabili, e rappresentano i luoghi degli incontri degli sguardi di Severine e Catherine, nel crepuscolo, luce fioca intima, ormai vicina alla fine del giorno, che è anche fine della vita.
Belle Toujours - Bella sempre conquista il cuore di chi ama il cinema, perché è un atto sincero di un uomo, De Oliveira, che continua a stupire, parlando d'amore.