Willy Monteiro: l'amico che era con lui racconta la notte dell'omicidio: "Eravamo spaventati" (VIDEO)

L'amico di Willy Monteiro, Marco Romagnoli, ha raccontato le dinamiche dell'omicidio nella video intervista a Fadi El Hnoud di Ogni Mattina: ecco cosa è successo quella notte a Colleferro.

Marco Romagnoli era con Willy Monteiro la notte dell'omicidio: "eravamo spaventati" ha detto l'amico del ragazzo ucciso a Colleferro al giornalista Fadi El Hnoud che lo ha Intervistato in esclusiva per Ogni Mattina su TV8. Nel video che potete vedere qui sopra, dopo aver raccontato cosa è successo quella terribile notte, il ragazzo ha rivolto un appello "chi ha visto parli perché è importante".

Il cronista della trasmissione condotta da Adriana Volpe e Alessio Viola ha avvicinato Marco Romagnoli, uno dei migliori amici di Willy Monteiro, il ragazzo ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, vicino a Roma dopo essere stato selvaggiamente picchiato. Marco ha raccontato che quella sera erano entrambi spaventati, sembrava una sera diversa: "Non riesco ancora a credere a quello che è successo quella sera... Ho paura, sono confuso, tuttora lo sono. Non riesco a capacitarmi di quello che è potuto accadere, in che modo. Ricordo che io e Willy eravamo spaventati... Era una sera diversa dalle altre, già si capiva". Quando il cronista gli chiede qual è l'immagine che gli è rimasta impressa Marco risponde: "Ho impressa l'immagine della gente che prestava soccorso a Willy, l'uomo della security... Noi increduli intorno a lui che chiamavamo il 118. Cercava aiuto in qualche modo, cercava conforto da un amico". Respirava ancora quando ti sei avvicinato? Gli chiede Fadi El Hnoud: "Quando io ero vicino a lui sì, affannosamente ma ancora respirava... 10 minuti dopo l'accaduto che mi sono accorto che la cosa andava per le lunghe sono andato all'ospedale e sono stato all'incirca una ventina di minuti a litigare con il centralino. L'ambulanza l'ho sentita arrivare io personalmente ma non è partita da Colleferro perché ero io lì...", risponde Marco che indossa una maglietta bianca con la scritta Ciao Willy.

L'intervista avviene davanti ad un murales gigante di Willy Monteiro sorridente e Marco, visibilmente provato, spiega che solo in mattinata hanno saputo che il loro amico era morto: "ufficialmente la mattina alle 9, quando i carabinieri ci hanno detto di andare via perché se non lo avessimo ancora capito il nostro amico non ce l'aveva fatta. Ma diciamo che l'aria si era fatta un po' pesante verso le 4/5. Vedendo la polizia che arrivava, i carabinieri che arrivavano, le domande etc., abbiamo cominciato a capire che qualcosa non andava, non era tutto a posto, perché nessuno ci diceva come stava... Lì ho iniziato a capire che magari..." . Per te Willy chi era? Chiede il cronista alla fine dell'intervista: "Per me Willy da anni a questa parte era una delle persone più vicine a me - risponde Marco - Era sempre pronto a sostenerti, quello che ti faceva fare la risata, ti dava una pacca sulla spalla magari quando ne avevi bisogno. Io non ho mai visto Willy arrabbiato, non ho mai visto Willy giù. Non l'ho mai visto che ce l'avesse con qualcuno, non l'ho mai visto non pronto a darti una mano quando ne avevi bisogno". Marco Romagnoli alla fine lancia un appello: "Vorrei dire che magari chiunque sia stato presente, che abbia visto quello che ho visto io, parli come sto facendo, come stanno facendo. Qualunque dettaglio, qualunque notizia, qualunque informazione possano dare gli altri la diano perché è importante".

Willy Monteiro aveva 21 anni ed era nato a Roma anche se i genitori erano di Capo Verde. Subito dopo la sua morte sono state arrestate quattro persone: i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutte tra i 22 e i 26 anni. Secondo quanto riportato da Repubblica i fratelli Bianchi erano già stati accusati e imputati per aver picchiato un 25enne di Lanuvio. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti i ragazzi erano fuori un pub di Colleferro e Pincarelli avrebbe rivolto un apprezzamento ad una ragazza, i primi tentativi di rissa sono stati fermati da alcuni ragazzi, tra cui lo stesso Willy. Dopo trenta minuti sarebbero arrivati i fratelli Bianchi, chiamati da uno dei ragazzi di Artena e a quel punto sarebbe partita l'aggressione contro Samuele Cenciarelli e Willy. Gli inquirenti ritengono che i fratelli Bianchi abbiano colpito la vittima con calci e pugni, un calcio alla testa potrebbe essere stato il colpo che ha ucciso il ragazzo. Nel corso dell'interrogatorio gli indagati hanno negato ogni addebito ma per Francesco Belleggia Willy sarebbe stato picchiato dagli altri tre imputati, in particolare da Marco Bianchi e da Pincarelli.