Venezia 2023: Isabelle Huppert e Peter Sarsgaard star del programma delle Giornate degli Autori

Isabelle Huppert e Peter Sarsgaard sono trai nomi più noti nei titoli presentati nel programma delle Giornate degli autori, sezione parallela di Venezia 2023.

Venezia 2023: Isabelle Huppert e Peter Sarsgaard star del programma delle Giornate degli Autori

Annunciato il programma delle Giornate degli Autori, sezione parallela della Mostra del Cinema di Venezia 2023. Tra le star spicca la presenza della diva francese Isabelle Huppert, protagonista di Sidonie in Japan, della regista Élise Girard, dove interpreta una scrittrice francese in lutto per la morte del marito durante un tour di libri in Giappone. Assente per via dello sciopero degli attori, Peter Sarsgaard sarà protagonista a fianco di Billy Magnussen di Coup!, satira ambientata durante la Spagnola del 1918.

La ventesima edizione delle Giornate degli Autori è stata presentata come un "rito di passaggio", vista la presenza di autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro zona di comfort.

Festival di Venezia 2023: tutti i film del Concorso, Fincher, Lanthimos e Mann tra i più attesi

Il film di apertura del Concorso internazionale delle Giornate degli Autori saeà Los océanos son los verdaderos continentes, esordio al lungometraggio del regista milanese Tommaso Santambrogio. Il film, co-produzione italo-cubana, è integralmente ambientato a Cuba e della Cuba contemporanea riesce a restituire malinconia e vitalità, speranze e sogni perduti, attraverso una storia che tocca tre generazioni.

Dal Giappone arriva Kyoshi Sugita, uno dei nomi più interessanti del cinema asiatico contemporaneo che, in Kanata no uta affronta, con uno stile lineare, semplice ma mai semplicistico, il tema dell'empatia e dell'altruismo. Qui una ragazza solitaria osserva il dolore nei volti di sconosciuti, altrettanto solitari, che poi si trasformano in persone familiari da abbracciare.

La sofferenza ritratta dall'esordiente olandese Stefanie Kolk in Melk potrebbe apparire come un muro invalicabile che non offre alcuna speranza. Ma donare agli altri ciò che la sorte ha reso inutile per se stessi - in questo caso il latte materno destinato a un bambino mai nato - è un segnale probabilmente spiazzante, sicuramente forte. Ed è l'indicazione, non retorica, ma pratica, di un voler rinascere con gli altri. La belga Delphine Girard, in Quitter la nuit, narra l'indagine poliziesca che ruota attorno a una violenza di stupro e riesce a restituire la forza salvifica di un sodalizio femminile (in questo caso tra la vittima e la poliziotta). Un figlio, una madre biologica, una madre adottiva. La più classica delle triangolazioni narrative che portano al conflitto. E invece il basco Víctor Iriarte (Sobre todo de noche), rompendo convenzioni letterarie e con l'aiuto delle straordinarie interpreti Lola Dueñas e Ana Torrent, formula il racconto di un'alleanza sorta per cercare e difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi non pensa ai sentimenti.

Venezia 2023, Alberto Barbera risponde ai commenti sulla presenza dei film di Allen, Polanski e Besson

Tra gli altri titoli si segnalano il canadese Vampire humaniste cherche suicidaire consentant della regista Ariane Louis-Seize, focus su una giovanissima vampira malata di empatia che rifiuta di nutrirsi perché ucciderebbe, sovvertendo dunque la regola scritta da chi per vivere si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.

E inoltre il marocchino Backstage di Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il greco To kalokairi tis Karmen di Zacharias Mavroeidis, mentre dalla Malaysia arriva Wu yue xue di Chong Keat Aun.

Gianluca Matarrese in L'expérience Zola ci porta in un altrove linguistico e letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita. giustizie, diaspore e quella fiera volontà di restare per affermare la propria presenza.

Un altro regista italiano, Edoardo Morabito, ne L'avamposto si mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che all'Amazzonia ha dedicato la sua vita.

E poi, la celebre regista francese Céline Sciamma, Presidente di giuria della scorsa edizione, ci fa omaggio di un breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente autonoma e avvalendosi del contributo artistico della cantante Chiara Civello: un piccolo gioiello legato al nome di Patrizia Cavalli (T_his is how a child becomes a poet_).

Film di chiusura fuori concorso è lo statunitense Coup! di Austin Stark e Joseph Schuman con Peter Sargsaard. Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel 1918 per proteggersi dall'Influenza Spagnola in preda agli istinti umani dai quali dovremmo liberarci.