Annunciato il programma ufficiale della 29. Settimana internazionale della Critica, sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia che raccoglie le opere prime e seconde. Due sono i film italiani presenti nella competizione. Per la prima volta la SIC mette in concorso un documentario che rappresenta il nostro Paese: Dancing with Maria, del goriziano Ivan Gergolet. il film racconta una donna eccezionale, Maria Fux, energica e passionale danzatrice ultra-novantenne che a Buenos Aires è diventata un'istituzione con la sua scuola di danza-terapia dedicata principalmente, ma non solo, a persone con deficit motori e mentali. Il film è prodotto da Igor Princic, artefice del Premio Sic dell'anno scorso, Zoran, il mio nipote scemo. A chiudere la selezione, fuori concorso, sarà invece la commedia italiana Arance e martello, opera prima del blogger giornalista ora conduttore televisivo Diego Bianchi, un Fa' la cosa giusta ambientato in un mercato rionale di San Giovanni a Roma. La giunta ha deciso la chiusura dei banchi e i proprietari si mobilitano cercando l'appoggio della sede rionale del PD.
Ad aprire fuori concorso il programma di quest'anno, composto da sette prime mondiali, una prima internazionale iraniana: Melbourne, diretto dal regista Nima Javidi e interpretato dal protagonista di Una separazione Peyman Moaadi. Una coppia è in partenza per Melbourne, ma un imprevisto sotto forma di neonato gli complicherà le cose. Un film drammatico e teso come un thriller, in cui la menzogna e il senso di colpa rischiano di segnare il destino di due esseri in procinto di cambiare radicalmente la loro vita. Nel film serbo di Vuk Ršumović, Ničije dete (No One's Child), il figlio di nessuno è una sorta di animaletto selvaggio trovato per caso nei boschi della Bosnia. Ma siamo in Jugoslavia, prima della guerra e il ragazzo viene trasferito a Belgrado, per tentarne il recupero educativo in un istituto per orfani. Lo scoppio della guerra e la divisione dei vari territori segnerà drammaticamente la sua regressione verso un destino di solitudine e, forse, di morte.
Un ragazzino dotato nel tennis è il protagonista, insieme a una coppia di genitori interpretata dai grandissimi Olivier Gourmet e Valeria Bruni Tedeschi, del film franco-belga di Stéphane Demoustier, Terre battue: il padre perde il lavoro e si industria per far fronte alla crisi economica, ma anche a quella coniugale. E il figlio, che vorrebbe emergere nel tennis, comincia a temere di poterlo fare solo con l'imbroglio. Producono i Dardenne, un film anche questo teso e drammatico, che ha che fare con gli sconvolgimenti indotti dalla crisi, ma anche con le dinamiche di emulazione o fuga dai modelli genitoriali. La giovane protagonista del film della vietnamita Nguyễn Hoàng Điệp, Dap Canh Giua Khong Trung (Flapping in the Middle of Nowhere), è incinta ma vorrebbe abortire. Il suo ragazzo è un balordo che scommette sui galli da combattimento e a lei non resta che l'appoggio del suo migliore amico transgender. Costretta a prostituirsi si imbatte in un ricco uomo ossessionato dai feti. È il film choc della nostra selezione, ma è anche la sicura rivelazione di un talento registico che per questo progetto ha ricevuto premi e fondi da varie istituzioni mondiali.
E rimane incinta anche la giovane che finisce per essere accolta dalle zie in una casa di Ramallah: Villa Touma è il primo lungometraggio di finzione di Suha Arraf, sceneggiatrice palestinese de La sposa siriana e Il giardino di limoni, e autrice del bel documentario Women of Hamas. Elegante e seducente, il film racconta di tre sorelle che vivono recluse in una villa come se il mondo attorno a loro non fosse cambiato, indifferenti ai venti di guerra che ancora in queste ore sconvolgono quei territori. Un esordio di grande maturità espressiva e di grande fascino. Attorno a una possibile gravidanza ruota, se vogliamo, anche la vicenda intricatissima del noir cinese Binguan (The Coffin in the Mountain), diretto dal giovane regista Xin Yukun: costruito narrativamente come un congegno implacabile che affronta la storia da più punti di vista, il film tratta i temi della morte, dei tradimenti, delle menzogne, ambientandoli nel corso di un funerale rituale in un piccolo villaggio cinese. Salvo che il corpo da seppellire nella "bara sulla montagna" non è mai dell'individuo che di volta in volta siamo portati a credere.
Conclude il concorso il film tedesco di Timm Kröger, Zerrumpelt Herz (The Council of Birds - il titolo originale è invece pressoché intraducibile e starebbe per "cuore frantumato"), saggio di diploma di un ragazzo di 29 anni. Siamo negli anni '20. La storia racconta di una coppia di sposi, lui professore di musica, che si reca con un amico in una casa immersa nella foresta, invitati da un musicista amico della coppia che vuole far loro ascoltare la sua nuova sinfonia. Il viaggio sconvolgerà la vita dei partecipanti, sia da un punto di vista di crisi coniugale che di perdita della propria identità in una natura mai filmata in modo così protagonista. Una sicura scoperta del programma.
Venezia 2014: programma del festival
- Settimana Internazionale della Critica Villa Touma di Suha Arraf Arance e martello di Diego Bianchi Terra battuta di Stéphane Demoustier Dancing with Maria di Ivan Gergolet Melbourne di Nima Javidi Flapping in the Middle of Nowhere di Nguyễn Hoàng Điệp The Coffin in the Mountain di Xin Yukun The Council of Birds di Timm Kröger Figlio di nessuno di Vuk Ršumović