Sulla mia pelle: Occhipinti lascia Anica dopo polemica su Netflix e cinema

Andrea Occhipinti ha annunciato il suo addio alla guida dell'Anica dopo le polemiche suscitate dalla distribuzione di Sulla mia pelle.

Sulla Mia Pelle Alessandro Borghi
Sulla mia pelle: Alessandro Borghi in una scena del film

Andrea Occhipinti ha deciso di abbandonare la guida dell'Anica, l'associazione che unisce i distributori italiani, dopo le polemiche suscitate dall'arrivo su Netflix e nelle sale del film Sulla mia pelle, con protagonista Alessandro Borghi.
Il progetto, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ha causato molta tensione tra gli esercenti a causa della presenza in contemporanea online e nei cinema, oltre a una serie di proiezioni non autorizzate da Lucky Red o da Netflix da alcuni centri sociali.

Occhipinti ha spiegato in un comunicato stampa: "Ho deciso di dimettermi perché la nostra scelta di distribuire Sulla mia pelle di Alessio Cremonini in contemporanea nelle sale e su Netflix ha creato molte tensioni tra gli esercenti che lo hanno programmato (pochi) e quelli che hanno scelto di non farlo (molti). II successo del film ha aumentato queste tensioni. Nonostante esistessero dei precedenti in Italia e ci sia un acceso dibattito a livello internazionale, non voglio che una scelta puramente aziendale venga considerata come una posizione della sezione distributori dell'Anica, visto il mio ruolo. Per non creare ombre o imbarazzo ai miei colleghi, ritengo quindi opportuno lasciare la carica di Presidente".

Il produttore ha inoltre ribadito che Lucky Red e Cinemaundici hanno prodotto il film con il solo contributo del tax credit previsto dalla Legge Cinema e, solo in un secondo momento, si è stretto l'accordo con Netflix che ha permesso una presenza in 190 paesi del mondo, decidendo inoltre di seguire il modello del "film evento" per permettere agli spettatori di vederlo anche nelle sale tradizionali.
Occhipinti ha quindi sottolineato che la distribuzione online è un segno di un mondo che cambia e la proposta di Netflix rappresentava un'opportunità da cogliere al volo, trattandosi inoltre di un'opera prima: "Per i primi venti, trenta film del mercato italiano non ha senso parlare di Netflix, ma per tutti quei film italiani, opere prime e seconde che spesso rimangono in sala, quando va bene, quattro o cinque giorni senza trovare pubblico, questo ragionamento va fatto. Per film come Sulla mia pelle la visione su Netflix non ha cannibalizzato la sala. Sono utenze e modalità di visione diverse".