Non sembra esserci pace tra la Festa del Cinema di Roma e la Mostra del Cinema di Venezia, almeno cinematograficamente parlando. Da mesi, infatti, è in corso una sorta di battibecco a distanza tra le due kermesse che non si risparmia in quanto a stilettate e risposte al vetriolo. A rinfocolare il duello stavolta è Alberto Barbera, il direttore della Mostra, il quale riaccende le polemiche sulle registe presenti ai festival e si lamenta del fatto che la stampa dia notizie imprecise sulla questione. Così ha affidato a Twitter quello che ha tutta l'aria di essere, non solo uno sfogo, ma anche una precisazione puntigliosa.
"Stanco di leggere che a #Venezia75 c'era un solo film diretto da una regista. Erano 23, sparse nelle varie sezioni. A #romacinemafest ne ho contate12 (salvo errori e dimenticanze), più 12 in Alice nelle Città , ma intitolano "Roma esalta le donne". Informarsi meglio no?". Queste le parole di Alberto Barbera, che poco dopo risponde anche chi gli dice di non alimentare le polemiche: "Se mi segui, allora saprai che non sono solito polemizzare. Ogni tanto però si può, no? Grazie per la stima!". Resta da vedere ora se Antonio Monda, che guida la Festa del cinema di Roma, risponderà o meno a Barbera così come aveva fatto durante la presentazione della kermesse romana qualche settimana fa. Monda, infatti, non aveva gradito l'etichetta di "dimensione locale" che il direttore del festival veneziano aveva affibbiato a quello capitolino durante una intervista a Vanity Fair. "La sua è stata una scivolata di cattivo gusto. - aveva ribattuto Monda - Anche nei confronti della città di Roma. Probabilmente c'è un po' di confusione, quella di vedere in noi quello che vorrebbero noi fossimo e non quello che davvero siamo". E poi aveva spiegato: "C'è una leggenda metropolitana che solo i suoi film vanno agli Oscar, noi abbiamo avuto Moonlight e ha vinto l'anno scorso".
Sullo sfondo di questa diatriba c'è anche l'accusa di sessismo lanciata a fine agosto da Hollywood Reporter, il quale rimarcava che tra i 21 titoli selezionati per il concorso, solo uno era firmato da una donna, The Nightingale di Jennifer Kent. Con parole molto dure, sottolineava come "Venezia75 rappresenta la cultura italica condita di maschilismo tossico"; la responsabilità pertanto non era direttamente degli organizzatori ma più generale, legata ad un tipico "vecchio modo di pensare italiano". Alberto Barbera aveva però rispedito al mittente queste parole e aveva ricevuto la solidarietà da parte del mondo del cinema che era intervenuto in suo favore.
Stanco di leggere che a #Venezia75 c'era un solo film diretto da una regista. Erano 23, sparse nelle varie sezioni. A #romacinemafest ne ho contate12 (salvo errori e dimenticanze), più 12 in Alice nelle Città , ma intitolano "Roma esalta le donne". Informarsi meglio no?
— Alberto Barbera (@AlbertoBarbera2) 11 ottobre 2018