R. Kelly, il suo avvocato sostiene che i diritti costituzionali del cantante siano stati violati

R. Kelly è stato messo sotto sorveglianza in prigione, per paura che possa tentare il suicidio, e il suo avvocato ha affermato che i suoi diritti costituzionali sono stati violati.

R. Kelly si trova in prigione dall'estate del 2019 ma, dopo la sentenza della scorsa settimana secondo cui il cantante rimarrà incarcerato per i prossimi tre decenni, l'ex produttore discografico è stato messo sotto sorveglianza e il suo avvocato sostiene che i suoi diritti costituzionali siano stati violati.

Il team di Kelly, incriminato per 10 accuse di abuso sessuale aggravate per un totale di 18 reati federali, tra cui pedopornografia, estorsione e sequestro di persona, ha criticato il Metropolitan Detention Center di Brooklyn e ha denunciato il trattamento "crudele e insolito" che è stato riservato al suo cliente.

Jennifer Bonjean, l'avvocato della star, ha detto che il suo cliente non ha tendenze suicide e che metterlo sotto sorveglianza è una violazione dei suoi diritti costituzionali: "Il signor Kelly è stato posto sotto controllo suicida per motivi puramente punitivi in ​​violazione dei suoi diritti sull'Ottavo Emendamento."

"L'MDC mette sempre individui di alto profilo in questa posizione, indipendentemente dal fatto che abbiano tendenze suicide o meno, come è accaduto di recente anche con Ghislaine Maxwel. L'MDC Brooklyn è gestito come un gulag. I detenuti vengono spogliati dei loro vestiti e viene dato loro un grembiule fatto di un materiale simile a quello che le aziende di trasloco usano per avvolgere i mobili. Non possono fare la doccia o radersi e a volte non hanno nemmeno la carta igienica. Non hanno posate e i detenuti sono costretti a mangiare con le mani. E, naturalmente, sono monitorati 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dai funzionari della prigione", ha concluso l'avvocato di R. Kelly.