Neri Parenti ha ricordato di quella volta che ebbe una lite con Christian De Sica, ma il diverbio fu "ridimensionato" dalle conseguenze ventilate dal contratto che aveva firmato con il produttore Aurelio De Laurentiis. Alla vigilia dell'uscita del film In vacanza su Marte il regista ha ricordato una serie di aneddoti, molti dei quali inseriti anche nel suo ultimo libro, anche questo in uscita tra qualche giorno.
Neri Parenti è sinonimo di cinepanettone, il regista fiorentino anche quest'anno ha diretto per i suoi fan il classico film natalizio: In Vacanza su Marte con Christian De Sica e Massimo Boldi. Che questo sia diventato un suo marchio di fabbrica il regista lo sa e ci scherza su: "Ci sono persone che nascono col bernoccolo della matematica, altre che sono dotatissime per lo sport... Io sono nato con una spada di Damocle sulla testa: i film di Natale" è l'incipit del suo libro: Due palle... Di natale. Gli aneddoti e i retroscena dei cinepanettoni che non troverete su Wikipedia.
Il regista ha spiegato a La Gazzetta del Mezzogiorno che il libro è ricco di aneddoti legati alla sua carriera, dai contratti di Aurelio De Laurentiis a quelli su Lino Banfi. Il presidente del calcio Napoli ha sempre avuto la fama di fare contratti ricchi di clausole e ne sanno qualcosa anche i calciatori della squadra partenopea che prima di firmare devono leggersi decine e decine di pagine.
Nel cinema, come nel calcio, i contratti di De Laurentiis sono ugualmente cavillosi, ha spiegato Neri Parenti: "i suoi contratti sono molto complessi e pesanti anche da portare in casa per il numero di pagine", ha detto, ricordando a tale proposito un aneddoto legato e a un litigio con Christian De Sica: " Una volta ci fu uno scontro tra me e De Sica e ho scoperto che non avrei avuto nessun margine per andare via, era previsto tutto. Il mio avvocato mi disse: se ve ne andate vi leva pure la casa".
Un altro aneddoto raccontato da Neri, e che ritroviamo anche nel suo libro, risale al film I pompieri del 1985. "Non c'erano telefonini e social quindi l'unico modo per passare il tempo era prendersela con qualcuno e quel qualcuno era Lino Banfi. Villaggio, Boldi, De Sica Ricky Tognazzi, Gigi e Andrea non facevano che tormentare il povero Lino". Il regista racconta che gli attori decisero di usare parole incomprensibili per far sentire Banfi inadeguato: "Dapprincipio cercarono di annichilire Banfi culturalmente malgrado nessuno di loro fosse un fine intellettuale, anzi. Prima d'incontrare Lino facevano una ricerca molto accurata di parole difficili sul vocabolario, parole complesse e soprattutto incomprensibili, poi arrivavano sul set iniziando a usare quei paroloni in presenza di Lino per farlo sentire un ignorante".
Lo scherzo durò anche il giorno dopo: "gli domandavano se anche lui era stato 'segnato' dai fratelli Karamazov fingendo di aver letto il magnifico mattone di Dostoevskij che loro chiamavano confidenzialmente Fëdor più di una volta. E Banfi era sul punto d'impazzire".