Muhammad Ali: il suo rifiuto a combattere in Vietnam al centro di un nuovo film

La vita del pugile Muhammad Ali tornerà sul grande schermo per raccontare la sua scelta di non combattere durante la guerra in Vietnam.

La storia di Muhammad Ali sarà alla base di un nuovo film che verrà prodotto da Searchlight e si concentrerà sul suo rifiuto di far parte dell'esercito americano nel 1967 durante la Guerra del Vietnam.
Alla base del progetto ci sarà il libro Sting Like a Bee: Muhammad Ali vs. The United States of America scritto da Leigh Montville.

Il lungometraggio seguirà le conseguenze culturali e politiche del rifiuto compiuto dal pugile in base alla propria fede islamica. Sul grande schermo si racconteranno inoltre alcuni momenti chiave del periodo trascorso da Muhammad Ali distante dal ring, rischiando di perdere tutto quello che aveva ottenuto nella propria vita, anche la libertà, mentre cercava di lottare per l'uguaglianza razziale.

Alla regia del lungometraggio ci sarà Shola Amoo (The Last Tree), mentre la sceneggiatura è firmata da Phillip Howze, già nel team di Mindhunter e The Eddy.

Cassius Clay si era convertito all'Islam nel 1964, prendendo il nome di Muhammad Ali. Nel 1967, dopo aver dichiarato un anno prima che non aveva intenzione di combattere in Vietnam, venne accusato di aver evitato il servizio militare. Il pugile venne condannato a cinque anni di prigione, a pagare 10.000 dollari e venne bannato dal mondo della boxe per tre anni. Ali ha evitato il carcere mentre i suoi avvocati facevano appello, riuscendo a far ribaltare la sentanza dalla Corte Suprema nel 1971. Lo sportivo si è infine ritirato nel 1981, tre anni prima la scoperta di soffrire di Parkinson. Muhammad Ali è poi morto nel 2016.