Terzo appuntamento stagionale con Le Iene presentano: Inside quello di stasera su Italia 1 in prima serata dal titolo La Camorra. Un viaggio-racconto condotto da Giulio Golia, e scritto da Francesca Di Stefano, in cui si descrive una delle quattro mafie presenti sul nostro territorio. Ospite d'eccezione sarà Roberto Saviano, da sempre simbolo della lotta alla camorra, che ha scelto di denunciare tutti i lati oscuri di questo pezzo di criminalità e che, per questo, vive sotto scorta da 17 anni.
Le anticipazioni del 23 novembre
Saviano comincia con queste dichiarazioni: "Il cortocircuito che nasce è sempre il solito. Se parli del male vieni considerato una sorta di diffusore del male, come se addirittura lo legittimassi o lo esaltassi, questa è la follia. Ho sempre visto in questo un meccanismo un po' omertoso: non ne parlare, se non ne parli stai salvando il territorio, se ne parli, lo sta infettando, e invece è proprio questa l'unica cosa che teme davvero la criminalità organizzata, che si accenda un faro su quello che fa, che ci si accorga che esiste. Bisogna comprendere che si tratta di qualcosa che se la illumini si trasforma, se la tieni invece al margine continua a crescere nel silenzio. È brutto silenziare questo tipo di storie, perché mostra che in realtà non c'è alcuna priorità del racconto antimafia. Se lo fa qualcuno che politicamente sgradito ce ne frega niente, ma a valle di mafia o di qualsiasi altro argomento, ti si cancella".
Parlando con Golia della scorta con cui convive da 17 anni, Saviano spiega: "È come se questa cosa della protezione fosse diventata un dono, e toglierla un modo per toglierti valore. Non ho scelto io di vivere una situazione così terribile". Il giornalista descrive poi piuttosto minuziosamente cosa voglia dire vivere quotidianamente sotto scorta: "È una vita rinchiusa, non sei mai solo, ogni volta sei costretto a una procedura infinita. Non è un privilegio, è un dramma. Non può mai nascere la spontaneità di un gesto, un cambio di itinerario. Se io, in questo istante, ti chiedo di andare al bagno, vedrai che dietro la mia porta c'è una persona, e questa cosa va avanti da quando ho 26 anni. Ora ne ho 44, ha scassato tutto".
"Pensi alla morte?", chiede Golia. Afferma Saviano: "Io penso alla morte, il problema è che me ne hanno parlato così tanto della mia morte che non mi fa particolarmente paura. Il problema vero è continuare a vivere così. Cioè questo è il vero terrore, il fatto che loro siano riusciti a tenermi in una dinamica di non morte e non vita, mi hanno lasciato a metà. Ed è tempo che io faccia qualcosa perché questa vita così smette di essere vita. Questa vita ti mangia, ti consuma, non ti riconosci neanche più. Io sono un uomo a cui piace ridere, a cui piace la vita, campare... voglio fare errori, voglio camminare ubriaco nella città... Sono cose quasi impossibili, anche perché per attaccare la tua battaglia delegittimano te; quindi, ti devi comportare anche in un certo modo. Ma io non sono questo, non volevo essere questo".
Roberto Saviano parla anche di Napoli, la sua città: "Quasi mai si va a fare un'analisi sulla dinamica che ha generato una stesa. Si va a fare semplicemente un'analisi sul livello di violenza cui sono arrivati i minori, sul perché questi ragazzi prendono le pistole, e quasi sempre si va nello stereotipo. 'Hanno visto Gomorra, hanno visto Mare Fuori, hanno visto Romanzo Criminale e vanno a sparare'. È un'assoluta fesseria, è una vecchia eterna polemica. È molto più difficile raccontare che cosa è la diffusione delle armi a Napoli. Un dato impressionante è che nel 2022, in sei mesi, hanno sequestrato circa due armi al giorno solo nella città di Napoli".
Nella puntata anche le dichiarazioni, le testimonianze, le analisi e i racconti dell'Onorevole Federico Cafiero de Raho, che ha condotto numerosissime inchieste contro il clan dei Casalesi e del magistrato Catello Maresca, procuratore per dieci anni della DDA di Napoli che ha portato all'arresto il boss Giuseppe Zagaria.