Lavdije Kruja, il caso della badante uccisa e le accuse a Franco Vignati

Lavdije Kruja, badante di 40 anni, è scomparsa il 30 maggio del 2016 e il suo cadavere è stato ritrovato dieci giorni dopo nel Po: ripercorriamo il caso che vede coinvolto anche Franco Vignati, assessore leghista ed ex compagno di Dea.

Lavdije Kruja è morta a 40 anni, e ad ammazzarla, secondo la procura, è stato Franco Vignati, il suo convivente. Ripercorriamo il caso della badante uccisa, le indagini degli inquirenti e il movente di questo ennesimo femminicidio.

Chi era Lavdije Kruja

Lavdije Kruja

Lavdije Kruja, era conosciuta da tutti come Dea, aveva 40 anni ed era originaria dell'Albania. La donna, che lavorava come badante, abitava a Miradolo Terme, un comune della provincia di Pavia e aveva due figli nati dal precedente matrimonio. Nel piccolo comune lombardo Dea conviveva con Franco Vignati, ex assessore leghista, accusato del suo omicidio.

La scomparsa e la morte di Lavdije Kruja

Lavdije Kruja scompare improvvisamente il 30 maggio 2016. Nonostante le ricerche della polizia, della donna non si hanno notizie e a nulla valgono gli appelli lanciati da sua sorella.

Dieci giorni dopo il corpo senza vita della donna viene ritrovato nelle acque del fiume Po, nei pressi di una diga in località Isola Serafini a Monticelli d'Ongina, dove è stata gettata dal suo assassino. L'esame del cadavere stabilisce che Dea è stata uccisa con un colpo sparatole alla nuca e gettato nel fiume. La polizia, ricostruendo le modalità del delitto, lo paragona ad una vera esecuzione.

Le indagini dei Carabinieri e l'arresto di Franco Vignati

Lavdije Kruja 2

Le indagini dei Carabinieri si concentrano subito su Franco Vignati, convivente di Dea che viene ascoltato come persona informata sui fatti. Il rapporto tra i due viene descritto come turbolento e, come verrà accertato, Dea aveva deciso di lasciare Franco pochi giorni prima della sua scomparsa.

Sul vestito che Vignati indossava quel giorno vengono trovate tracce di polvere da sparo. L'arma del delitto - una pistola calibro 7,65 - era detenuta regolarmente a casa dell'ex moglie di Vignati. L'uomo l'aveva presa dicendo che doveva mostrarla a un possibile acquirente.

Secondo gli inquirenti, Franco Vignati ha ucciso Dea dopo averle teso una trappola: le aveva fatto credere di averle procurato un colloquio di lavoro con un suo conoscente. Franco Vignati ha ucciso Dea perché non accettava l'idea di essere lasciato. L'omicidio, stando alla ricostruzione, sarebbe avvenuto sulla sponda del Po o del Lambro a Orio Litta, in provincia di Lodi. I carabinieri arrestano Vignati un anno e mezzo dopo il delitto.

Il Processo di primo grado a Franco Vignati

La Corte d'Assise di Milano ha condannato Franco Vignati all'ergastolo. L'ex assessore leghista è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio volontario di Kruja Lavdijie, con l'aggravante della premeditazione. Secondo i giudici di primo grado Franco Vignati ha agito con "freddezza, premeditazione e lucidità criminale".

La corte ha deciso anche il risarcimento dovuto ai figli della vittima, che è stato quantificato in 200mila euro. Vignati è stato condannato a risarcire anche le sorelle e i fratelli di Dea, costituitisi parte civile nel processo. Alle donne spettano provvisionali di 50mila euro, cifra di poco inferiore a quella spettante ai fratelli.

Il Processo di secondo grado a Franco Vignati

Nel processo d'appello di secondo grado Franco Vignati si è visto ridurre la condanna a 25 anni di reclusione. La corte d'assise di appello di Milano ha escluso l'aggravante della premeditazione, che invece era sussistente sia per la procura generale che per i giudici di primo grado.

Franco Vignati si è sempre dichiarato innocente e secondo la difesa il quadro indiziario non ha mai fornito la certezza della responsabilità.