La banda della Uno Bianca: chi erano i componenti e che fine hanno fatto

Ecco chi erano e che fine hanno fatto i componenti della banda della Uno Bianca: i fratelli Savi, Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli.

Ecco chi erano i componenti della cosiddetta banda della Uno bianca: un'organizzazione criminale operante in Italia, in particolare nella regione Emilia-Romagna, che tra il 1987 e il 1994 commise 103 crimini, soprattutto rapine a mano armata, provocando la morte di ventiquattro persone e il ferimento di altre centodue.

Il nome della banda si riferiva alla Fiat Uno che i criminali utilizzarono in alcune delle loro rapine, in quanto piuttosto facile da rubare e di difficile identificazione data l'estrema diffusione in quel periodo. Cinque dei sei componenti della banda armata erano membri della Polizia di Stato e tutti quanti furono arrestati alla fine del 1994 e successivamente condannati.

Roberto Savi era impiegato presso la Questura di Bologna come assistente capo quando fu arrestato e lavorava come operatore radio nella centrale operativa. La moglie, pur essendo a conoscenza di un coinvolgimento in attività criminali, non lo ha mai denunciato e lo ha descritto come "un uomo strano e aggressivo, di carattere molto taciturno e schivo e che passava gran parte del suo tempo a giocare con i videogiochi". Il 3 agosto 2006 Roberto fece richiesta di concessione del provvedimento di grazia, al tribunale di Bologna ma la domanda venne ritirata il 24 agosto, dallo stesso Savi, a seguito del parere sfavorevole espresso dal procuratore generale bolognese.

Alberto Savi, il fratello minore di Roberto, al momento dell'arresto prestava servizio presso il Commissariato di Rimini. Sembra che sia stata la prepotenza e il carattere forte dei fratelli, i veri fondatori della banda della Uno bianca, a convincerlo a prendere parte alle rapine. Dopo ventitré anni di carcere ha beneficiato di un permesso premio nel febbraio 2017, per incontrare la madre ricoverata in gravissime condizioni di salute.

Fabio Savi, il fratello di mezzo, non era un poliziotto, lavorava come camionista e al momento dell'arresto stava tentando di espatriare. Conviveva con una ragazza rumena, Eva Mikula, le cui testimonianze si rivelarono molto importanti ai fini dell'indagine. Nell'ottobre del 2014 chiese di poter usufruire a posteriori del rito abbreviato che avrebbe tramutato l'ergastolo in trenta anni di carcere ma la sua richiesta venne respinta, il 3 dicembre 2014, dalla Corte d'assise di Bologna.

Pietro Gugliotta, a differenza degli altri, non ha mai preso parte alle azioni omicide del gruppo e al momento dell'arresto era poliziotto presso la Questura di Bologna dove, proprio come Roberto Savi, era impiegato come operatore radio. E' stato scarcerato nel 2008, dopo quattordici anni di reclusione.

Marino Occhipinti era il più giovane dei sei componenti della banda e anche lui non prese parte alle azioni omicide del gruppo anche se la sua presenza si rivelò fondamentale durante l'assalto a un furgone della Coop di Casalecchio di Reno, durante il quale morì una guardia giurata. Al momento dell'arresto era il vice sovrintendente della sezione narcotici della Squadra mobile ed è stato scarcerato il 2 luglio 2018.

Luca Vallicelli, agente della sezione Polizia Stradale di Cesena, era un membro minore della banda che partecipò solamente alle prime rapine, che si conclusero senza omicidi. Patteggiò tre anni e otto mesi in carcere, ed è attualmente un uomo libero anche se ovviamente destituito dalla Polizia di Stato.