Jussie Smollett deve affrontare nuovi problemi legali: l'attore è alle prese con ben sei capi di imputazione con l'accusa di aver finto di essere stato vittima di un crimine legato all'odio razziale.
Undici mesi fa il procuratore distrettuale aveva fatto cadere tutte le accuse avanzate nei confronti dell'ex star di Empire dopo che la polizia di Chicago aveva ipotizzato che la verità relativa all'aggressione subita il 29 gennaio 2019 fosse diversa rispetto a quella che aveva dichiarato alle autorità. Jussie Smollett, che dovrà presentarsi in tribunale il 24 febbraio, aveva sostenuto che degli sconosciuti l'avessero aggredito e gli avessero gettato contro della candeggina, oltre ad avergli urlato insulti omofobi e avergli messo una corda intorno al collo. Secondo la sua ricostruzione uno degli uomini avrebbe persino fatto dei riferimenti a Make America Great Again, essendo quindi un sostenitore del presidente Donald Trump.
Gli agenti avevano però sostenuto che Jussie avesse pagato i fratelli Abel e Ola Osundairo per fingere l'attacco, accusa che l'attore aveva smentito proclamandosi innocente. Le sue parole non erano però riuscite a fargli mantenere il proprio ruolo nella serie Empire, venendo quindi licenziato prima dell'inizio delle riprese dell'ultima stagione.
Le iniziali accuse sono poi state ritirate in cambio del pagamento di 10.000 dollari, ma il giudice Michael Toomin ha però accolto l'appello portato avanti da un collega in pensione in cui si soteneva fosse necessario analizzare nuovamente il caso.
La città di Chicago ha inoltre fatto causa a Smollett per ottenere i costi necessari alle indagini compiute, che hanno richiesto molte ore per esaminare i video della sorveglianza nell'area e rintracciare i guidatori a bordo di taxi e veicoli a noleggio che avevano transitato nell'area durante la presunta aggressione.