E'l'Italia dei miracoli, quella degli anni '50 e '60. Una nazione in corsa che crede in sé stessa, non ha più paura e punta dritta al futuro. L'economia va veloce e le idee fioriscono rapide. Due di queste cambieranno il mondo. Mercoledì 23 dicembre History Channel (canale 407 di SKY) ne racconta nascita e sviluppi con Anni di Plastica, in onda alle 21:00, e con Utilitaria - Il sogno dell'auto per tutti, in onda alle 22:00,
Anni di plastica
Nel 1954, in un laboratorio del Politecnico di Milano, il chimico Giulio Natta sintetizza una molecola dalle caratteristiche straordinarie. La chiama polipropilene. In altre parole: plastica. Anni di plastica, in onda su History Channel mercoledì 23 dicembre alle 21:00, racconta la storia di una invenzione che fece della chimica italiana degli anni '50 un modello a lungo imitato in tutto il mondo.
Dopo aver trascorso lunghi periodi di ricerca all'estero, Natta dà vita al Politecnico di Milano a un dipartimento composto dalle migliori menti italiane, e l'11 marzo 1954 annota sulla sua agenda "...fatto il Polipropilene". Da subito la Montecatini intuisce le enormi potenzialità commerciali del nuovo materiale. E' infatti un prodotto dalle caratteristiche uniche: è resistente, flessibile, indeformabile agli urti e può assumere qualsiasi forma e colore. Nel 1957 inizia a produrlo con il nome di Moplen, e in breve tempo scolapasta, piatti, bicchieri e mille altri oggetti invadono le case degli italiani e non solo, entrando nella vita quotidiana dell'umanità.
Per la scoperta del polipropilene Giulio Natta vince nel 1963, assieme al collega Karl Ziegler, il premio Nobel per la chimica. In quegli anni la plastica non ha alcuna accezione negativa, permette infatti di produrre cose prima impensabili, e Natta si dice convinto che la sua invenzione possa rendere il mondo migliore. Ma nel 1973 arriva la prima grande crisi energetica che costringe il mondo intero ad aprire gli occhi sull'utilizzo dei combustibili fossili. Affetto dal morbo di Parkinson, Natta si spegne il 2 maggio 1979. Il suo modello di ricerca non è mai stato uguagliato, così come la sua scuola tanto dinamica e produttiva (oltre 600 brevetti e più di 4 mila lavori scientifici in vent'anni). Filmati di repertorio, reclame dell'epoca (come quella che vedeva protagonista Gino Bramieri) e l'intervista esclusiva al designer Philippe Starck, contribuiscono a tracciare un quadro completo della storia di quegli anni e di questa invenzione.Per la regia di Vanni Gandolfo, Anni di plastica è prodotto da Paneikon e Millanta Film in co-produzione con Cinecittà Luce, in associazione con Histoire France e Odyssée France, per Fox Channels Italy.
Utilitaria - Il sogno dell'auto per tutti
Concepita come giocattolo di lusso destinato a una élite, l'automobile entra presto nell'immaginario come un sogno sempre più possibile. Utilitaria - Il sogno dell'auto per tutti, in onda mercoledì 23 alle 22:00 racconta i momenti chiave della storia di questo genere di vetture e le ragioni del suo successo. E' la stessa industria automobilistica a perseguire fin dai primi anni l'obiettivo di una vettura alla portata di tutti, piccola, economica, affidabile. Nasce così il concetto di utilitaria, che diventa ancor più importante all'indomani delle due guerre: nel pieno della crisi del '29 e più tardi negli anni '50 durante la ricostruzione. Per i progettisti di ogni epoca è una sfida che mira a rispondere ad un'aspettativa sociale, coniugando le conoscenze tecnologiche con esigenze economiche. Un tempo rappresentazione di un sogno di mobilità di massa, di nuovi orizzonti per intere famiglie, l'utilitaria è tornata oggi ad essere l'auto più ricercata, in grado di conciliare il bisogno di mobilità con i problemi economici e ambientali. A comporre il racconto, le testimonianze di protagonisti, esperti, gente comune, e un ricchissimo archivio di immagini.
Dal 7 dicembre, inoltre History Channel propone il documentario in episodi dal titolo La terra dopo l'uomo (ogni lunedì alle ore 21.00, in prima visione assoluta). Il Sole sorgerà come ogni mattino e la vita proseguirà. Ma senza di noi. Quando l'ultimo essere umano sarà scomparso, come sarà il nostro pianeta? La terra dopo l'uomo prova a immaginare cosa accadrà in un futuro indefinito, quando la natura si impossesserà nuovamente del nostro pianeta. Esperti di ingegneria, botanica, zoologia, climatologia, ecologia e archeologia tracciano un quadro di come cambierà il mondo secoli dopo la nostra estinzione, avvalendosi di eccezionali effetti speciali e immagini di computer grafica.
Questa esplorazione del futuro ci offre però anche una chiave per comprendere meglio il nostro presente e riscoprire il nostro passato. Mentre assisteremo alla rivincita della natura sulle grandi metropoli come New York e Chicago capiremo meglio come queste città funzionano oggi e quali organi verranno colpiti per primi. Vedremo il lento sbriciolarsi di alcuni degli edifici più famosi al mondo, come la Cappella Sistina a Roma o il Chrysler Building di New York e allo stesso tempo scopriremo come e perché furono edificate.
Senza l'uomo, il Big Bang di Londra cesserà di scandire le ore dopo pochi giorni, e i satelliti spaziali uscirà dalla sua orbita e precipiterà sulla Terra. Tutto questo mentre la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti e il corpo mummificato di Tutankhamon sopravvivranno ancora per decenni. Ma cosa sarà delle diverse specie di animali e di piante? Gli elefanti fuggiti dallo zoo di Los Angeles, ad esempio, torneranno nei territori un tempo dominati dai loro antenati, i mammut, mentre gli alligatori invaderanno le città con clima subtropicale come Houston.In un mondo senza più l'uomo, si apriranno quindi nuovi scenari di sopravvivenza e di evoluzione, e nuove specie sostituiranno quelle che conosciamo.