La Japan Association of Corporate Executives propone un ambizioso piano per dare nuova vita ai manga interrotti o dimenticati, trasformandoli in anime. I fan potranno votare online i titoli che meritano una seconda occasione, e i più votati verranno realizzati come corti animati. Se avranno successo nei festival, potranno evolversi in serie complete, sovvertendo il destino editoriale originale.
Il progetto della J.A.C.E.: salvare i manga cancellati trasformandoli in anime
Anche i manga dimenticati meritano il loro momento di gloria. È questo il cuore pulsante della nuova iniziativa lanciata dalla Japan Association of Corporate Executives (J.A.C.E.), che mira a far rinascere le opere cartacee finite prematuramente nel dimenticatoio, attraverso adattamenti animati. Non si tratta però di una selezione arbitraria: saranno i fan, con le loro scelte sui social, a decretare quali titoli meritano una resurrezione narrativa. I manga più votati verranno trasformati in cortometraggi anime, e quelli che otterranno consensi nei festival cinematografici - tra premi, recensioni entusiaste e plausi della critica - potranno ambire a una serie completa. Il tutto si inserisce in un piano più ampio volto a sostenere l'industria dell'intrattenimento giapponese, con un occhio di riguardo per la partecipazione del pubblico.

Oltre a dar voce ai lettori, la proposta apre una porta inedita anche ai fan internazionali, spesso esclusi dalle dinamiche editoriali giapponesi. Ogni appassionato può citare almeno un manga interrotto troppo presto, o stroncato da logiche editoriali implacabili. Ma se è vero che una trasposizione animata può ridare linfa a una storia, non c'è garanzia di successo.

In una stagione anime che può offrire più di quaranta nuovi titoli, emergere è un'impresa che spesso richiede nomi già consolidati o manga di culto. Inoltre, la trasformazione da corto a serie completa implica finanziamenti, staff dedicati e una burocrazia non indifferente. Nel frattempo, la proposta della J.A.C.E. affronta anche temi scottanti del settore: salari bassi, condizioni di lavoro, uso dell'intelligenza artificiale, formazione professionale per animatori e la lotta contro la pirateria. Una riforma che, tra nostalgia e innovazione, potrebbe segnare un nuovo capitolo per l'animazione giapponese.