Franca Valeri è morta oggi 9 agosto 2020: l'attrice milanese, cui si devono alcuni dei personaggi femminili comici più conosciuti, aveva compiuto 100 anni appena qualche giorno fa, alla fine di luglio. La notizia della scomparsa di Franca Valeri è stata riportata da Il Corriere della Sera.
Franca Valeri sarà ricordata soprattutto per aver rivoluzionato la comicità e l'immaginario femminile, a partire dagli anni '50, con i suoi personaggi comici, La Signorina Snob, la sora Cecioni, Cesira la manicure. Autrice di diversi libri, tra questi Il diario della signorina Snob, Le donne e più recentemente Il secolo della noia è stata anche sceneggiatrice di alcuni film come Il segno di Venere, Parigi o cara, Leoni al sole. Ha debuttato con Alberto Lattuada e Federico Fellini e lavorato con alcuni dei più grandi registi italiani, tra cui Mario Monicelli, Dino Risi, Steno, Vittorio Caprioli e Luciano Salce, spesso in coppia con Alberto Sordi, interpretando una rosa di personaggi memorabili, fra cui spiccano la Cesira de Il Segno di Venere, Poppy in Totò a colori, la signora De Ritis in Un eroe dei nostri tempi e soprattutto Elvira, protagonista de Il vedovo cui si deve la celebre battuta "cretinetti".
Nata in una famiglia borghese, da Luigi Norsa e Cecilia Valagotti, Franca Valeri - il cui vero nome era Franca Norsa - si appassionò alla recitazione al teatro sin da ragazza.
Le leggi razziali del 1938 danno il via ad un periodo molto buio per la famiglia dell'attrice: il padre, ebreo, è costretto a rifugiarsi in Svizzera insieme al fratello, mentre Franca restò a Milano insieme a sua madre, riuscì a sopravvivere alle deportazioni grazie a dei documenti falsi. Nelle interviste più recenti Franca Valeri raccontò alcuni dettagli di questo periodo: "Il mio giorno più brutto fu quando mio padre lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse". Uno dei ricordi più belli invece è legato al ritorno del padre e del fratello a casa: "Non vedevo l'ora che tornasse per dirgli che volevo fare l'attrice. Ovviamente, papà era contrario. Sperava che passassi la vita a dipingere".
Dopo le prime esperienze teatrali, nel dopoguerra, gli anni '50 videro Franca Valeri fare il suo esordio al cinema in Luci del Varietà con Federico Fellini e adottare quello che diventerà il suo nome d'arte, che le fu suggerito da un'amica, ispirata da un libro di poesie di Paul Valery che stava leggendo in quel periodo.
Seguiranno altre esperienze cinematografiche con Totò a colori, Arrangiatevi! Il vedovo.
Negli anni '60 viene diretta dal marito Vittorio Caprioli in film come Parigi o cara (di cui lei è anche co-autrice) ma approda anche al varietà televisivo, spesso diretta da Antonello Falqui, con programmi come Studio Uno e Sabato Sera. Nello stesso periodo Franca Valeri pubblica alcuni dischi in cui trovano spazio i suoi personaggi comici.
Tra gli anni '70 e '80 partecipa a quelli che sono gli ultimi film importanti della storica commedia all'italiana, ma anche a diverse produzioni televisive, che la vedono impegnata anche come autrice. Gli ultimi anni la vedono impegnata sul piccolo schermo, ma soprattutto in teatro, dove ha lavorato quasi fino all'ultimo.