I doppiatori italiani, dopo un'assemblea generale che si è svolta il 23 gennaio a Roma, hanno annunciato di aver indetto lo stato di agitazione del settore a partire da lunedì 28 gennaio a causa delle preoccupazioni legate alla nuova situazione legata alla sempre più importante presenza sul mercato di realtà come Amazon e Netflix.
All'incontro hanno partecipato circa 400 persone tra attori, direttori, assistenti e adattatori che per sei ore, come riporta il comunicato ufficiale, hanno analizzato, discusso, approfondito ed elaborato, aiutati anche dal confronto con rappresentanti di aziende intervenuti, i temi proposti dalla delegazione sul settore doppiaggio.
L'assemblea ha fatto emergere i vari punti di vista che hanno ribadito la necessità di una maggiore tutela e della rivendicazione di una dignità professionale, cercando inoltre di ideare le possibili modalità di recupero professionale e senza dimenticare di denunciare le inadempienze contrattuali e parlando delle nuove frontiere del lavoro.
Al termine dell'assemblea si è quindi deciso di proclamare lo stato di agitazione del settore e costituire quattro sottocommissioni per analizzare gli argomenti da approfondire con la partecipazione dei Sindacati e dei lavoratori del doppiaggio, ogni gruppo si occuperà rispettivamente di pagamenti, nuove frontiere, rifondazione del contratto nazionale e adattamenti, simil-sinc e documentari.
Il sito Key4Biz ha ricordato come l'ultimo contratto nazionale collettivo risalga al 2008 e l'accordo-ponte ideato nel 2017 non è stato attuato. I tre sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno sottolineato: "la scelta suicida delle aziende di proporsi al ribasso ai committenti, anche con l'arrivo delle piattaforme digitali di Netflix e Amazon, crea un abbassamento della qualità del prodotto e distorsioni di mercato che pesano sui professionisti, che non si vedono applicato correttamente il contratto nazionale".
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Negli ultimi anni le retribuzioni sono state ridotte e i pagamenti spostati alle disponibilità di liquidità delle aziende, "con tempi e modalità che riducono i professionisti a questuanti... organizzazione delle lavorazioni che non tiene conto della dignità della professione e della qualità del prodotto...".
Nonostante l'offerta in crescita, le nuove realtà non rispettano le regole del settore mettendo a disposizione del doppiaggio un budget inferiore che peggiora la qualità del lavoro, situazione che gli esperti del settore sostengono contribuisca in modo significativo ad alimentare "una diseducazione all'ascolto/visione" da parte dello spettatore, spesso inconsapevole dell'effettiva qualità del lavoro compiuto.
Netflix e le altre nuove realtà potrebbero in futuro ricorrere persino all'utilizzo dell'intelligenza artificiale per sostituire il lavoro dei professionisti o affidarsi a società la cui sede non è in Italia e che utilizzano italofoni, abbassando in modo sostanziale la qualità del lavoro.
Fiamma Izzo della Pumasidue srl, durante l'incontro, ha inoltre letto alcune e-mail inviate da Netflix che in pochi mesi le ha chiesto di ridurre il costo per minuto doppiato passando da 200 a 150 euro.
Il blocco delle prestazioni straordinarie annunciato da partire dal 28 gennaio è il primo passo che potrebbe condurre a uno sciopero generale.
RETTIFICA:
Riceviamo dalla società Pumaisdue S.r.l e dalla signora Fiamma Izzo la seguente rettifica all'articolo di cui sopra: "Le parole di critica, pronunciate dai presenti in sala in occasione dei vari interventi, non sono state rivolte in alcun modo alle società produttrici quali Netflix o Amazon né tantomeno alle società di doppiaggio che seriamente e con professionalità svolgono quotidianamente il proprio lavoro, delle quali erano presenti diversi rappresentanti, ma a chi, in questi anni, si è proposto sul mercato, offrendo servizi di scarsa qualità, facendo affidamento esclusivamente sulla leva economica attraverso offerte al ribasso, rese possibili esclusivamente ricorrendo a palesi inottemperanze della normativa fiscale e contributiva vigente e del CCNL dei lavoratori del settore doppiaggio, che hanno pregiudicato e continuano a pregiudicare l'immagine di tante società e di tanti professionisti seri del settore.
Quanto al virgolettato attribuito alla Sig.ra Fiamma Izzo, ne riportiamo la versione corretta: "in America si stupiscono che le società di doppiaggio italiane, in un momento di boom lavorativo, continuino a offrire le edizioni al ribasso, proponendo prezzi inferiori ai €150,00 al minuto, laddove prima, venivano pagati € 200,00 al minuto, per rispettare normativa e qualità del prodotto".
"Società americane quali Netflix e Amazon" - ha aggiunto la Izzo - "con i loro investimenti produttivi, rappresentano un bacino di lavoro prezioso per le edizioni italiane".