Dopo Diaz, Daniele Vicari torna a occuparsi di un argomento scottante d'attualità: la guerra in Afghanistan. Il regista si prepara ad adattare Limbo, romanzo di Melania Mazzucco che affronta la tematica da una prospettiva femminile. La protagonista di Limbo, Manuela Paris, sottufficiale quasi trentenne dell'esercito italiano, torna a casa dopo essere scampata a un attacco contro il plotone di cui era a capo, nel deserto afghano. In fuga da un'adolescenza sbandata, dalle frustrazioni di una madre che cerca attraverso di lei il proprio riscatto e dalle lacerazioni della sua famiglia, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell'esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L'incontro con il misterioso ospite dell'Hotel Bellavista, Mattia Rubino, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l'occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere perché nessuno è ciò che sembra.
Daniele Vicari, al momento, è impegnato nella stesura della sceneggiatura e non ha fissato una data di inizio riprese, ma il nuovo progetto gli sta molto a cuore perché ''tutti i cittadini sono aggrediti dalla realtà ed è importante che il cinema non faccia finta di niente, che si sporchi le mani raccontando ciò che succede. Se non lo si fa, c'è il rischio di perdere il contatto con la verità e con il pubblico''.