Adriano Giannini, apparso in un'intervista recentemente pubblicata da Il Corriere della Sera, ha parlato degli anni '80, della genesi della sua carriera e di come ha fatto finta di non conoscere suo padre, Giancarlo Giannini, sui set in cui si è ritrovato a dover lavorare con lui.
Alla domanda del giornalista: "Le è capitato di incrociare suo padre sui set?", Adriano ha risposto dicendo: "Come attore mai, come operatore due volte. Facevamo finta di non conoscerci. Da ragazzo mi tormentavano con la storia che ci assomigliamo e reagivo male."
A proposito della sua carriera e degli anni '80, il figlio di Giancarlo ha raccontato: "All'epoca ero un adolescente e di quegli anni romani ricordo le Vespe 50 special, le Clarks ai piedi, la cinta del Charro, le camicie del Portone e i Duran Duran. Crescendo, non avevo alcuna idea di cosa fare nella vita."
"Non volevo fare l'attore, non mi interessava il mondo del cinema per una strana contrapposizione al fatto che mio padre, Giancarlo Giannini, non lo vedevo mai perché era sempre in giro a fare film. Pensavo di darmi allo sport, la ginnastica o il tennis, ero dotato ma non competitivo, cosa che mi è rimasta addosso. Per guadagnare ho fatto l'operatore al cinema, per dieci anni ho lavorato con Olmi, Tornatore. Poi ho pensato alla regia e per avere spalle culturali più solide, sapevo poco di Shakespeare e Cechov, e ho frequentato una scuola di recitazione", ha concluso Adriano Giannini.