Addio, Tullio Kezich

Il gigante della critica cinematografica italiana se n'è andato un mese prima di compiere 81 anni, dopo una lunga malattia che non era riuscita a ridurlo all'inattività.

Una grande firma della critica cinematografica e teatrale, Tullio Kezich, ci ha lasciato quest'oggi dopo una lunga malattia. Kezich, giornalista, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo, avrebbe compiuto 81 anni il 17 settembre.

Triestino di nascita, Tullio Kezich iniziò a scrivere di cinema da adolescente, contribuendo, già nel 1941, con i suoi scritti alle riviste Cinema e Film. Nel dopoguerra, non ancora ventenne, iniziò a collaborare con il settimanale Caleidoscopio e soprattutto con Radio Trieste, per la quale seguì diverse edizioni della Mostra del Cinema di Venezia.

Kezich diede inizio nel 1950 alla collaborazione con la rivista Sipario, di cui fu direttore dal 1971 al 1974, ma nel corso di una lunga, instancabile carriera, collezionò proficue collaborazioni con il settimanale Panorama e con i quotidiani La Repubblica e Il Corriere della Sera che lo portarono a produrre un gran numero di recensioni in seguito pubblicate in diversi volumi.
Dopo le prime collaborazioni "attive" in ambito cinematografico, nei primi anni '60, Kezich fondò con Ermanno Olmi la società di produzione 22 dicembre. Nel '69 ebbe inizio il suo impegno in RAI, presso la quale s'impiegò nella stesura di diverse sceneggiature per opere televisive e cinematografiche. Nel frattempo, proseguiva l'impegno come critico e recensore e cresceva il curriculum delle sue opere pubblicate composto anche da adattamenti e copioni originali per il teatro.

Una figura di rilievo per la cultura italiana, dunque, e un maestro per gli addetti ai lavori, che non possono che salutarlo con commozione, rispettando la sua scelta di andarsere in silenzio, senza la celebrazione di esequie.