All'1.35 di lunedì 2 agosto, è finito il calvario della ventiquattrenne Lindsay Lohan, uscita di prigione dopo 13 giorni di detenzione. A inizio luglio, il giudice Marsha Revel, dopo l'ennesima bravata di LiLo, aveva deciso di infliggerle la punizione di 90 giorni di carcere per aver violato la libertà vigilata e gli accordi pattuiti dopo essere stata fermata per guida in stato di ebbrezza.
Scortata il 20 luglio al Century Regional Detention Facility di Lynwood, California, e messa in isolamento già dopo poche ore, la pena della Lohan è stata ridotta a 13 giorni per buona condotta, ma l'attrice è stata obbligata a intraprendere un ciclo successivo di riabilitazione.
Rilasciata nella nottata per evitare il caos di fotografi e stampa, la star di Quel pazzo venerdì e Mean Girls, è ora in attesa di essere trasferita in una clinica di rehab.
Il nome della struttura in cui verrà ricoverata è ancora sconosciuto, rumors dicono che, secondo le indicazioni di amici e parenti, potrebbe essere il Soba Recovery Center di Malibu o il Morningside Recovery, altro famoso centro di Newport Beach, a un passo dall'oceano.
Nemmeno il tempo per riabbracciare la sua famiglia quindi, ma l'immediato trasferimento in un luogo dove specialisti del settore potranno finalmente aiutarla a risolvere i suoi problemi.
Una detenzione lampo, per la giovane Lindsay, ancora confusa e smarrita per l'accaduto: una punizione esemplare che si spera possa aiutarla in futuro a non commettere gli stessi errori.