Una vita violenta è un film del 2017 diretto da Thierry de Peretti con Jean Michelangeli e Cédric Appietto. Durata: 107 min. Distribuito in Italia da Kitchen Film. Paese di produzione: Francia.
Malgrado la minaccia di morte che pesa sulla sua testa, Stéphane decide di fare ritorno in Corsica per assistere al funerale di Christophe, amico d'infanzia e compagno di lotta, assassinato il giorno prima. Per lui è l'occasione per ripercorrere gli avvenimenti che l'hanno visto passare da piccolo borghese colto di Bastia a criminale, fino a radicalizzarsi politicamente e finire in clandestinità.
Opera fortemente voluta dal regista, nato e cresciuto in Corsica durante un periodo di grande turbolenza, fa parte di quella generazione dove tutti sono stati in certo senso o nell’altro protagonisti o testimoni di forti tensioni politiche ma soprattutto grande violenza e confusione sociale. Decine e decine di giovani vite stroncate, perchè magari hanno scelto la strada più radicale, o perchè si sono trovati in mezzo a faide interne, attentati, vendette, famiglie distrutte. Il periodo storico in cui è ambientata la vicenda è stato segnato dalla decisione del Ministro degli Interni francese di inviare ventimila poliziotti anti-sommossa in Corsica dopo che una dozzina di membri della Azione Regionalista Corsa ha occupato una cantina di un produttore di vino famoso della zona.
L’occupazione dei radicali è nata per denunciare il sequestro del 90% delle terre agricole a favore dei rimpatriati dell’Algeria, una decisione ritenuta oltraggiosa dagli abitanti della regione. Con l’arrivo delle forze dell’ordine, ci fu ovviamente un’escalation e la radicalizzazione di molti movimenti, tra cui il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica. Il fronte si scisse in seguito a disaccordi e ne scaturì una guerra sanguinosa tra le due fazioni. Tutto questo e tutto il clima che si respirava all’epoca è stata fonte di ispirazione e un omaggio a quelle vite spezzate che ha trovato la sua storia sul grande schermo attraverso il racconto di Stéphane, liberamente ispirato alla vita di Nicolas Montigny un giovane nazionalista rimasto ucciso nel 2001.
Stéphane, studente di scienze politiche nell’università di Bastia, commette un errore che gli costerà la libertà: per amicizia nasconde delle armi e per questo finisce in carcere. L’entrata nel penitenziario segnerà fortemente il suo destino, quando entra in contatto con dei nazionalisti e rimane influenzato dal loro leader, che diventerà anche il suo mentore. Dopo l’indottrinamento politico segue ovviamente quello alla lotta armata, che porta Stéphane sulla strada della violenza più efferata: estorsioni, vendette, uccisioni sistematiche di persone che fino a qualche tempo prima erano compagni di lotta. Per sfuggire alla morte, Stéphane scappa in esilio a Parigi. La vita scorre diversamente dai tumulti che lo hanno costretto a cambiare città, ma un giorno Stéphane riceve la notizia della morte del suo migliore amico, Christophe, un ex compagno d’arme che è rimasto ucciso a causa della sua vita di violenza.
In Corsica Stéphane è un uomo con una condanna sulla testa, ritornare vuole dire rischiare la vita, ma piuttosto che tradire il ricordo e il legame di amicizia con Christophe, Stéphane decide di accettare questo rischio e partecipare al funerale. Durante il suo ritorno nella sua regione, ripensa alla sua vita e agli eventi che lo hanno trasformato da intellettuale e studente a criminale radicale costretto alla fuga.
Questa è la sinossi ufficiale distribuita da Kitchenfilm: “Nonostante la minaccia di morte che pesa sulla tua testa, Stéphane decide di tornare in Corsica per partecipare al funerale del suo migliore amico e compagno d’armi, Christophe, ucciso il giorno prima. Per Stéphane è l’occasione di ricordare gli eventi che hanno condotto lui, un intellettuale piccolo borghese di Bastia, a passare dalla piccola criminalità alla radicalizzazione politica e alla clandestinità.”
Evocativo sin dal titolo, cronachistico nel suo essere disincantato racconto del reale, politico per la scelta dei contenuti. È necessario partire da questi presupposti per addentrarsi nella recensione di Una vita violenta di Thierry de Peretti, film in sala dal 23 maggio, presentato nel 2017 …
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(3.5 stelle su 5)
Attualmente Una vita violenta ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
Una vita violenta è stato accolto dalla critica nel seguente modo: sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un punteggio medio del 60% sul 100% mentre su Imdb il pubblico lo ha votato con 6.0 su 10
La recensione di Una vita violenta, secondo lungometraggio di Thierry de Peretti, un implacabile racconto sulla radicalizzazione del movimento nazionalista corso.