Un divano a Tunisi è un film del 2019 diretto da Manèle Labidi con Golshifteh Farahani e Majd Mastoura. Durata: 87 min. Distribuito in Italia da Bim Distribuzione. Paese di produzione: Francia.
A 35 anni Selma Derwish scopre la nostalgia di casa. Cresciuta in Francia, laureata in psicoanalisi, la donna arriva a Tunisi con la fiera determinazione di aprire il suo studio in città, sul tetto della casa di famiglia, in un quartiere periferico. Sull’onda delle primavere arabe si illude di aver a che fare con un contesto moderno e occidentalizzato. Scoprirà ben presto di vivere in un paese schizofrenico, ammalato di pregiudizi, di burocrazia, capace di confondere Freud con la Fratellanza Musulmana.
Selma è una giovane donna di origini tunisine, musulmana, che vive a Parigi, ma all’ala della primavera araba, decide di prendere armi e bagagli e trasferirsi nel suo paese di origine e aprire uno studio di psicoanalisi nella città dove vive ancora parte della sua famiglia. La pratica della psicoanalisi non è molto diffusa in Tunisia, anche se tentativi di introdurla nel paese risalgono fino agli anni ‘50. La cultura tradizionalista degli abitanti non crea un ambiente fertile per questo tipo di attività, ma Selma non si da’ per vinta, vuole offrire alla gente della capitale la possibilità di esprimersi liberamente, incoraggiandoli ad aprirsi in un periodo in cui tutto il paese sta scoprendo per la prima volta la libertà di pensiero e di parola.
Tuttavia questo trasferimento, questa partenza dal nulla con carta bianca è parte del percorso di analisi della stessa Selma che è tornata nel suo paese per fare i conti con il suo passato. Ritrovare la sua famiglia e portare avanti il suo viaggio di guarigione, rimediando in qualche modo alla sofferenza che sua madre ha subito in silenzio per tanti anni, un dolore inespresso che alla fine l’ha portata al suicidio. Al suo arrivo Selma è praticamente una straniera, nonostante parli la lingua e conosca le usanze del posto, è comunque una donna cresciuta in Francia, a suo agio con la suo androginia che ignora i codici della femminilità nordafricana. E’ felice di essere single a quarant’anni, non ha nessun progetto matrimoniale in vista, vive bene la sua solitudine e la sua indipendenza, tutte cose che si scontrano con la cultura che la circonda. Specialmente il suo desiderio di solitudine è costantemente messo alla prova per via di tutti i vicini che la circondano, invadenti, chiassosi e prontissimi a cercare di farle cambiare idea sul suo status di donna single. L’opera è di tratto biografico, in quanto l’autrice ha scelto di usare il personaggio di Selma per esplorare il suo rapporto con la Tunisia, il paese di cui conosce la lingua, la cultura, ma con il quale non è sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
Si sa che gli psicanalisti sono i primi ad avere problemi. Ce lo conferma la recensione di Un divano a Tunisi, garbata commedia mediorientale interpretata dall'attrice iraniana Golshifteh Farahani. Capelli scomposti, abiti casual, la bella Golshifteh interpreta Selma, 35enne tunisina emigrata con la famiglia a …
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(3.0 stelle su 5)
Attualmente Un divano a Tunisi ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
Un divano a Tunisi è stato accolto dalla critica nel seguente modo: su Imdb il pubblico lo ha votato con 6.3 su 10
Un divano a Tunisi
2021 - Eagle Pictures
Contiene 1 Ora e 28 Minuti di contenuti su 1 Disco.
La recensione di Un divano a Tunisi, vivace commedia interpretata da Golshifteh Farahani nei panni di una donna determinata a far scoprire la psicanalisi ai tunisini.
È tratta dal film Un Divano a Tunisi di Manele Labidi Labbé la clip che vi presentiamo oggi in esclusiva: la pellicola uscirà nelle sale l'8 ottobre.