The Search è un film del 2009 diretto da Pema Tseden con Dobe Dorje e Drolma Gyab. Durata: 117 min. Paese di produzione: Cina.
Attraverso gli altipiani del Tibet, nella monotonia di un paesaggio che appare ben lontano da quell'Himalaya pittoresca che sognano gli occidentali, un regista va alla ricerca di un attore e un'attrice che possano interpretare la principessa Mande Zangmo e il principe Drime Kunden, i due personaggi centrali di una delle otto opere popolari tibetane riunite sotto il nome di Ache Lhamo. Accompagnato da un autista, una guida e un amico che riprende i diversi incontri, il regista trova rapidamente la candidata ideale per incarnare la principessa. La donna, col viso ostinatamente velato, accetta di partecipare al progetto a condizione che la parte del principe venga assegnata al suo ex compagno, che già aveva interpretato il ruolo al suo fianco in passato. Ed ecco che il gruppo riparte, in cerca di quest'uomo. Strada facendo, il regista compie strane audizioni, scovando vari potenziali interpreti, come un Charlie Chaplin tibetano o un giovane monaco che recita l'alfabeto in inglese. Ciascuno di questi incontri svela un aspetto della storia di Drime Kunden: questo principe indiano, che nella cultura buddista è simbolo di compassione, non esitò a cedere tutti i suoi averi, compresi moglie, figli e persino i suoi stessi occhi.
Locarno 2009 - Presentato nella sezione "Concorso Internazionale" al Festival Internazionale del Film Locarno (2009).
Attualmente The Search ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
The Search è stato accolto dalla critica nel seguente modo: su Imdb il pubblico lo ha votato con 6.9 su 10
Con il regista di The Artist c'è anche Berenice Bejo nel ruolo di una volontaria. Con "L'homme que l'on aimait trop" André Téchiné porta sullo schermo l'affaire Le Roux, una torbida vicenda di cronaca degli anni Settanta, con la Deneuve nei panni della titolare di un casinò di Nizza.
Nada scalda la serata locarnese con la sua voce roca, mentre il tenero romanzo di formazione catalano Petiti indi ci immerge in una dimensione malinconica e contemplativa e i documentari di Roberta Torre ci offrono uno spaccato delle borgate romane più periferiche.