Rebibbia Lockdown 2021

Trama del film Rebibbia Lockdown

Documentario che segue quattro studenti universitari della Luiss Guido Carli in un progetto che li avrebbe visti guidare dei detenuti del carcere di Rebibbia in un percorso verso una laura di giurisprudenza. A causa della pandemia di COVID-19 il progetto si ferma, ma tra i ragazzi e i detenuti nasce una fitta corrispondenza epistolare. Tra il carcere vero e quello "casalingo" dovuto al virus, le due parti si incontrano sulla carta, con le parole, svelando paure, speranze, dolore, perplessità e molto altro ancora.

La pandemia di COVID-19 è ancora in corso nel 2021 quando il documentario è rilasciato al pubblico, ma gli eventi si riferiscono al lockdown che ha tenuto gli italiani chiusi in casa per un lungo periodo di tempo durante il quale le strade e le piazze del bel paese sono rimaste deserte e silenziose. Niente silenzio invece nel carcere di Rebibbia a Roma, o in nessun altro istituto penitenziario a dire il vero; durante la pandemia lo stress della reclusione forzata non è che aumentato. Il documentario racconta la storia di quattro studenti universitari della Luiss Guido Carli incaricati di seguire dei detenuti del Rebibbia durante un percorso che li avrebbe portati alla laura in giurisprudenza.

Proprio a causa del lockdown e delle misure restrittive che ne sono conseguite, gli incontri tra i ragazzi e i detenuti sono stati interrotti, visto che anche i giovani studenti si sono ritrovati "rinchiusi" senza poter uscire. Da questa situazione angosciante è nato qualcosa di positivo però, un rapporto epistolare che conta più di cento lettere tra i ragazzi e i detenuti e agenti penitenziari. Con uno strumento che oggi è definito quasi preistorico, la lettera scritta "a mano", si è aperto un dialogo più intenso forse di quello che sarebbe stato nel penitenziario, faccia a faccia. Affidare i propri pensieri, paure, speranze, rimpianti, al foglio è più facile e meno intimidatorio rispetto a un dialogo verbale.

Giovanni, vent'anni da scontare scrive: "“Cara Francesca, non ho mai nemmeno immaginato che la vita potesse finire, ho sempre osato, giocandomi tutto e rischiando oltre la misura. Ma oggi è diverso. È venuto il tempo di scavare in profondità, alla ricerca di ciò che è stato autentico nella mia vita, perché domani potrebbe essere tardi per fare i conti con me stesso”. Parole che sono di un detenuto certo, ma che potrebbero appartenere a ciascuno di noi e non soltanto perchè la pandemia è ancora in atto nonostante la campagna vaccinale, ma perchè il presente è l'unica cosa di cui possiamo essere veramente certi. Del doman non v'è certezza.