A House of Dynamite 2025

Trama del film A House of Dynamite

L'action-thriller prende il via quando un missile balistico (un missile lanciato in orbita che può attraversare grandi distanze e trasportare diversi tipi di testate) è lanciato contro gli Stati Uniti. La provenienza del missile è ignota e nessuno rivendica l'attentato. L'amministrazione alla Casa Bianca è gettata nel caos e deve muoversi su due fronti contemporaneamente, scoprire chi ha lanciato il missile (e le motivazioni di questo attacco) e come reagire all'emergenza che ha scosso l'intero paese.

Il ritmo serrato e l'escalation della risposta geopolitica del globo manda l'intero sistema in crisi. Seguiamo la vicenda tramite gli occhi di un ufficiale che durante l'emergenza si trova di fronte a un dilemma morale: seguire gli ordini del governo che ha giurato di proteggere o seguire la propria coscienza.

A fargli da contrappunto c'è il Consigliere per la Sicurezza Nazionale che è alle prese con il forte stress del rischioso gioco della diplomazia e del controllo delle informazioni. Sapere cosa dire a chi e quando, quanto rilasciare al pubblico, agli alleati, agli altri funzionari del governo: tutto, ogni singola parola deve essere decisa in maniera calibrata pensando alle conseguenze e ripercussioni.

A House of Dynamite in sintesi

Diretto da Kathryn Bigelow e scritto da Noah Oppenheim, A House of Dynamite affronta il rischio di una nuova crisi nucleare in un'epoca di relazioni internazionali instabili ed è stato selezionato in Concorso alla Mostra di Venezia 2025, dove è stato ampiamente elogiato dalla critica per la sua tensione e attualità.

La regista, che ritorna alla regia a otto anni di distanza da Detroit e ha già vinto l'Oscar per The Hurt Locker, è celebre per il suo stile asciutto, iperrealista e quasi documentaristico. In A House of Dynamite sfrutta questa estetica per costruire un thriller claustrofobico e implacabile. Il suo approccio si concentra sull'indagine delle dinamiche umane e della leadership in situazioni di estrema tensione, eliminando la retorica eroica e concentrandosi sulla cruda cronaca di una crisi geopolitica.

La tagline del film, "Not if. When." (Non se. Quando.), riassume il senso di inevitabilità della catastrofe. Un elemento narrativo cruciale è che la regista sceglie di non rivelare l'origine del missile nucleare lanciato contro gli Stati Uniti, lasciando l'ambiguità per concentrare l'attenzione unicamente sul processo decisionale dei leader in quei 19 minuti fatali.

Nei panni del Presidente degli Stati Uniti troviamo Idris Elba, che ha riferito che il film è stato girato in ordine cronologico per aumentare il realismo e la tensione emotiva del cast. Ma il cast annovera anche Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos e Moses Ingram. La fotografia, essenziale per il suo stile documentaristico, è stata affidata a Barry Ackroyd, già suo collaboratore, mentre il montaggio è curato da Kirk Baxter, noto per il suo lavoro con Bigelow e David Fincher. Le musiche, fondamentali per creare l'atmosfera di minaccia, sono di Volker Bertelmann.

Le riprese si sono concentrate principalmente su set che ricreano gli ambienti di comando del governo statunitense, in particolare la Casa Bianca e i centri di controllo strategici. Questa scelta enfatizza la natura claustrofobica della crisi, in cui le decisioni che riguardano il mondo intero sono prese in stanze sigillate, lontane dal caos esterno.