40 Secondi è un film del 2025 diretto da Vincenzo Alfieri con Francesco Gheghi e Francesco Di Leva. Durata: 121 min. Distribuito in Italia da Eagle Pictures. Paese di produzione: Italia.
Ispirato a una tragedia realmente accaduta il film racconta dell'omicidio di Willy Monteiro, assassinato dopo un pestaggio brutale che è durato meno di un minuto. La pellicola non si concentra sull'orribile evento, bensì ricostruisce le ventiquattro ore precedenti che hanno preceduto i fatti. Il focus è sulle vite di diversi giovAni, le rivalità latenti, incontri casuali, dinamiche sociali che li accomunano in una piccola comunità.
Quello che accade dopo è tristemente noto: Willy Monteiro Duarte, un ragazzo di appena ventuno anni, interviene per difendere un amico e muore in un assalto di una violenza terribile che lo uccide in 40 secondi. Il film indaga su come una serie di eventi non necessariamente legati tra loro possono scoppiare in una furia incontrollata di un disagio represso di un gruppo di giovani nel contesto di una società fragile.
Diretto da Vincenzo Alfieri, che l’ha anche scritto assieme a Giuseppe Stasi, 40 secondi è tratto dal libro di inchiesta “40 secondi. Willy Monteiro Duarte. La luce del coraggio e il buio della violenza” di Federica Angeli e si inserisce nel filone di produzioni Eagle Pictures ispirate a fatti di cronaca ad alto impatto sociale, come Il ragazzo dai pantaloni rosa. il film è stato selezionato per la Festa del Cinema di Roma 2025 nella sezione Concorso Progressive Cinema.
Il cast unisce attori affermati come Francesco Di Leva (vincitore di David di Donatello e Nastro d'Argento) e Sergio Rubini con giovani talenti emergenti selezionati tramite street casting, una scelta stilistica per aumentare l'autenticità. L'interprete di Willy Monteiro Duarte è Justin De Vivo, mentre il regista ha rivelato come sono stati scelti i giovani interpreti della controparte (i pugili): "Per i fratelli, due pugili scoperti per caso: Uno lo abbiamo fermato allo stadio, l'altro tramite un annuncio in una palestra".
Le riprese del film, che si sono svolte a Roma e dintorni in location scelte per restituire autenticità al contesto in cui si sono svolti i fatti narrati, sono iniziate a giugno 2025 e si sono protratte per sette settimane. Vincenzo Alfieri ha scelto di non realizzare un film di pura cronaca, ma un dramma corale che ripercorre le 24 ore precedenti l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Questo approccio tematico trasforma l'opera in un "atto di memoria collettiva" e in un monito contro l'indifferenza e la violenza gratuita, temi che hanno acceso un dibattito pubblico sull'integrazione e il rispetto reciproco.
Lo stile è mirato a indagare la banalità del male e i condizionamenti sociali e generazionali del 2020, segnato dal Covid e dal disagio giovanile. "Mi sono domandato perché fare questo film - ha spiegato il regista -, poi ho capito che volevamo capire come questi ragazzi si siano incastrati e siano arrivati a fare qualcosa di terribile. Abbiamo scelto di raccontare i diversi punti di vista. Era anche l'occasione di fotografare la generazione del 2020, chiusa in casa per mesi a causa del Covid. Non volevamo si vedesse in Willy una vittima, una figurina da videogame ma un esempio in cui identificarsi”.
Importante per il progetto, che affronta temi cruciali come la violenza gratuita, il disagio sociale giovanile, l'integrazione e il valore del coraggio civile di fronte al sopruso, la collaborazione con il produttore Roberto Proia, già dietro a Il ragazzo dai pantaloni rosa, che ha affermato: "40 secondi racconta la storia di Willy Monteiro senza retorica, parlando a una generazione intera".
40 secondi. Tanto basta per cambiare la vita di un ragazzo di 21 anni. Come non intitolare in modo così secco ed efficace un film di forte denuncia, come quello di Vincenzo Alfieri, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e poi dal …
I vincitori di questa edizione sono stati annunciati e tra i titoli premiati ci sono anche Tienimi presente e Roberto Rossellini - Più di una vita.
Vincenzo Alfieri racconta la storia di Willy in un film che affronta il disagio della provincia, la cultura del possesso e la mascolinità velenosa e violenta. Al cinema dal 19 novembre.
Un film che non indulge nello spettacolo, ma cerca di restituire con onestà la fragilità dei vent'anni e la brutalità che può colpire senza preavviso: Vincenzo Alfieri racconta l'assurdità di una violenza improvvisa con sguardo diretto, invitando a riflettere più che a giudicare.
In attesa dell'arrivo del trailer completo domani, le prime immagini anticipano il film che racconta il barbaro omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte