Zvanì: Giuseppe Piccioni e Liliana Bottone raccontano il Pascoli cinematografico

Abbiamo intervistato Giuseppe Piccioni e Liliana Bottone, regista e attrice di Zvanì - il romanzo famigliare del giovane Pascoli, in sala e prossimamente su Rai 1.

Una scena del film

Un Pascoli inedito raccontato attraverso una dimensione intima ed emotiva, Zavanì - Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli è anche questo. Il film diretto da Giuseppe Piccioni con Federico Cesari, Benedetta Porcaroli e Liliana Bottone racconta la vita e le opere del poeta attraverso il trauma dell'assassinio di suo padre e degli affetti che fino alla sua morte ha cercato in tutti i modi di tenere uniti, scegliendo il celibato e risiedendo sotto lo stesso tetto delle amate sorelle Mariù e Ida.

Zvani Il Romanzo Famigliare Di Giovanni Pascoli
I protagonisti del film

Un'immagine molto diversa, quindi, da quella che siamo abituati a studiare a scuola, meno austera e più umana, il ritratto di un uomo che, tra traumi e rimpianti, non ha mai smesso di cercare di colmare con gli affetti quel vuoto nell'anima che ha sempre sentito fin da giovanissimo. Abbiamo parlato di questo e molto altro con Piccioni e Bottone che ci hanno raccontato i motivi che li hanno portati a scegliere questo progetto, oltre che gli intenti che lo muovono.

Zvanì: intervista a Giuseppe Piccioni e Liliana Bottone

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Federico Cesari, Benedetta Porcaroli e Liliana Bottone in una scena

Per prima cosa abbiamo cercato di comprendere la genesi del film e perché Giuseppe Piccioni abbia scelto il celebre poeta italiano per un biopic: "Ci ha spinto un improvviso e inatteso amore per Pascoli, la scoperta di una grandezza che ci è stata sempre un po' occultata dal modo in cui si studia a scuola" E infatti in questa pellicola la figura di Pascoli è trattata in modo per nulla scolastico; certo, mantenendo una narrazione classica che però riesce a porre l'enfasi sull'uomo piuttosto che sul letterato e il risultato è una figura autentica frutto di di studio e tanto lavoro sul set: "Questo set è stato anche un po' il coronamento delle cose che abbiamo fatto prima, degli studi, delle prove, dei toni che, come una partitura musicale, alla fine fanno un film in cui ci ritroviamo"

Per Liliana Bottone è stata l'occasione di lavorare con Piccioni: "Mi ha spinto il fatto che ci fosse Giuseppe, perché non avevo mai lavorato con lui prima. È stato mio insegnante per un brevissimo periodo, forse dieci giorni: ha fatto questo stage in Accademia, ma io ero piccolissimo, forse vent'anni e quindi ci siamo rincontrati dopo quasi un decennio. A questi provini la cosa bella è che Giuseppe, almeno a me, ha trasmesso subito il fatto che fosse un progetto importante per lui."

Gli aspetti più sconosciuti di Pascoli

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Un'immagine di Zavanì - Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli

A dare profondità a Zvanì - Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli sono, però, proprio quei componimenti che il poeta ha creato partendo dalla sua malinconia e mancanza e il regista ha sottolineato questo aspetto scegliendo di girare nei luoghi originari: "Alcuni dicono che le poesie di Pascoli sono delle sedute spiritiche perché nelle sue poesie parla con i morti e i morti parlano con lui. Lo abbiamo sentito molto vicino, molto presente specialmente quando abbiamo girato nelle case, nei luoghi reali della vita. Mi piacerebbe che il film aiutasse i giovani a scoprirne l'attualità."

Giuseppe Piccioni ha anche sottolineato quanto risultino musicali i componimenti di Pascoli, primo tra tutti il celebre La cavalla storna, mettendo in luce anche un altro aspetto meno conosciuto del poeta: "È cinematografico. Tra l'altro era molto curioso verso le novità tecniche: aveva una macchina fotografica, che chiamava Il mio Kodak, con cui faceva delle fotografie."