William Hurt, una carriera da Oscar e il fascino discreto degli anni Ottanta

Da Brivido caldo a Il grande freddo e Dentro la notizia, William Hurt ha incarnato il cinema degli anni Ottanta, imponendosi fra i massimi talenti della sua generazione.

Io sono un attore caratterista nel corpo di un attore protagonista.

William Hurt
Brivido caldo: un'immagine di William Hurt

Da un lato una fisicità statuaria, vibrante di tensione ed energia; dall'altro la capacità di lavorare in sottrazione, lasciando trapelare le emozioni in maniera sommessa e facendo leva sulle sfumature più sottili. La carriera di William Hurt, scomparso domenica 13 marzo, una settimana esatta prima di compiere settantadue anni, si è dispiegata fra questi due opposti modelli di recitazione; ma del resto, fra gli attori americani della sua stessa generazione, in pochi hanno potuto vantare una tale, impressionante versatilità. E se, ai suoi esordi sullo schermo, era il physique du rôle del sex symbol a caratterizzarne l'immagine divistica, è bastata una manciata di film per arricchire questa immagine fino a renderla una delle icone degli anni Ottanta: impossibile, insomma, pensare a questo decennio cinematografico senza visualizzare, fra i suoi volti-simbolo, quello di William Hurt.

Oscuro oggetto del desiderio, da Stati di allucinazione a Brivido caldo

Altered States
Stati di allucinazione: un primo piano di William Hurt

Star riluttante, assai più affezionata al palcoscenico (si era formato alla prestigiosa Juilliard di New York) che non ai red carpet e all'attenzione dei media, per quarant'anni William Hurt è stato una presenza fissa del grande e, talvolta, pure del piccolo schermo: addirittura una novantina i titoli all'attivo, tra film, miniserie e serie TV, e un ventaglio di ruoli memorabili, di quelli che valgono un posto di diritto nel novero dei talenti di prima categoria. Ruoli che Hurt ha inanellato, uno dietro l'altro, a partire dal giro di boa dei trent'anni e dal momento spartiacque del suo debutto al cinema: nel 1980 è lo scienziato che si sottopone a pericolosi esperimenti in Stati di allucinazione di Ken Russell, mentre l'anno seguente Lawrence Kasdan lo ingaggia nella parte del lascivo avvocato disposto a farsi coinvolgere in un intrigo delittuoso in una delle vette assolute del neo-noir, Brivido caldo.

Body Heat 2
Brivido caldo: Kathleen Turner e William Hurt
Children
Figli di un dio minore: William Hurt e Marlee Matlin

Per William Hurt è una consacrazione immediata: due performance intensamente 'fisiche', nervose, che lo vedono dominare la scena come un novello Marlon Brando. In Brivido caldo, dove Kasdan rivisita gli archetipi del noir classico, Hurt sfodera un sex appeal esplosivo accanto all'indimenticabile femme fatale Kathleen Turner: uno accanto all'altra, formano una delle coppie più erotiche mai apparse sullo schermo. Sarebbe stato facile, a questo punto, incasellarlo in una certa tipologia di personaggi, e in effetti Hurt avrebbe continuato a prestarsi anche a parti da leading man affascinante e carismatico: dal detective dello spy thriller Gorky Park di Michael Apted (1983) all'insegnante per sordomuti di Figli di un dio minore di Randa Haines (1986), altro grande successo di critica e di pubblico, che lo avrebbe visto consegnare lui stesso l'Oscar a Marlee Matlin, all'epoca sua partner sul set e nella vita privata.

Brivido caldo: William Hurt e Kathleen Turner fra passione e delitto

Gli anni Ottanta, fra grandi cult e ruoli da Oscar

William Hurt As Nick Carlton
Il grande freddo: un primo piano di William Hurt

Ma William Hurt, dicevamo, non si è limitato a far leva sul carisma, né su una bellezza da novello Robert Redford: in alcune delle sue migliori prove d'attore ha fatto emergere silenziose inquietudini e traumi inespressi, dimostrando una spontaneità e un'aderenza psicologica sorprendenti. Come non ricordare il Nick vanesio ed egocentrico, ma congelato nel proprio senso di inadeguatezza, de Il grande freddo, capolavoro generazionale di Lawrence Kasdan, che nel 1983 conquista le platee di tutto il mondo? E nel 1988, sempre diretto dall'amico Kasdan, il suo toccante ritratto di un autore di guide da viaggio traumatizzato dall'omicidio del figlio dodicenne e impegnato, a piccolissimi passi, a rimettere insieme i frammenti della propria esistenza nel bellissimo Turista per caso? Personaggi che Hurt incarna senza traccia di istrionismi, ma con una naturalezza che in più occasioni risulta intimamente commovente.

Accedental Tourist
Turista per caso: William Hurt e Kathleen Turner
William Hurt Hphvi18
Il bacio della donna ragno: un'immagine di William Hurt

Un capitolo a parte lo meriterebbe poi quella che, nel 1985, viene accolta come la sua scommessa più rischiosa: mettere il suo fisico aitante e il suo piglio rude e mascolino al servizio di un protagonista quale l'estroso ed effeminato Luis Molina, rinchiuso in un carcere brasiliano con il dissidente politico Raul Julia ne Il bacio della donna ragno di Hector Babenco, trasposizione del celebre romanzo di Manuel Puig. Intento a rievocare le scene dei suoi film preferiti a beneficio del compagno di cella, in un costante equilibrio fra teatralità, sentimento e ironia, il Molina disegnato da William Hurt è un groviglio di contraddizioni da cui è impossibile staccare lo sguardo; Il bacio della donna ragno si rivela così un piccolo fenomeno e permetterà ad Hurt di aggiudicarsi il premio per l'interpretazione maschile al Festival di Cannes, il BAFTA Award e l'Oscar come miglior attore, il primo mai attribuito a un ruolo apertamente omosessuale.

Il grande freddo: l'inno all'amicizia di un cult intramontabile

Dalla commedia al pulp, i diversi volti di un grande attore

William Hurt Broadcast News
Dentro la notizia: un'immagine di William Hurt

Splendido interprete drammatico, dunque, ma al contempo un attore brillante in grado di giocare con il suo stesso profilo da sex symbol, amalgamando realismo e comicità: come nell'irresistibile Dentro la notizia di James L. Brooks (1987), in cui Hurt è l'anchorman belloccio e superficiale di cui si infatua la cronista Holly Hunter; o in Ti amerò... fino ad ammazzarti di Lawrence Kasdan (1990), in cui lui e Keanu Reeves danno vita a una coppia di balordi sicari. Da lì in poi, mentre si adopera a risolvere i propri problemi personali (l'abuso di alcol e droghe, gli episodi violenti nei confronti della Matlin), il William Hurt ultraquarantenne sceglie di ritagliarsi parti secondarie (A.I. Intelligenza artificiale, The Village, Syriana) o di rivolgere la sua attenzione anche a cineasti che operano al di fuori di Hollywood: Wim Wenders (Fino alla fine del mondo, 1991), Luis Puenzo (La peste, 1992), Wayne Wang (Smoke, 1995) e Chantal Akerman (Un divano a New York, 1996).

The Big Chill
Il grande freddo: William Hurt e Kevin Kline
A History Of Violence
A History of Violence: un primo piano di William Hurt

Se gli anni Ottanta rimangono il decennio d'oro per la carriera di Hurt, quello che da solo basta a consacrarlo nell'Olimpo dei grandissimi, i tre decenni successivi offrono comunque una miniera di ruoli a cui si presta con consumato professionismo: che si tratti del padre rigidamente borghese di Emile Hirsch in Into the Wild di Sean Penn (2007) o del Generale Thaddeus Ross nel Marvel Cinematic Universe. Con una menzione speciale per la sua apparizione nei panni di un feroce boss del crimine in A History of Violence di David Cronenberg, che nel 2005 gli vale una quarta candidatura all'Oscar. A William Hurt, in quell'occasione, bastarono otto minuti sullo schermo per tornare a stupirci, trasformando quella presenza percepita dal pubblico come rassicurante e 'paterna' in uno spauracchio sadico e feroce: uno di quei guizzi che è lecito aspettarsi solo dagli attori davvero grandi.

Il grande freddo in blu-ray, la recensione: il cult sull'amicizia per la prima volta in HD in Italia