Il panel di cui è stato protagonista ha un titolo decisamente emblematico: Grandi voci implicano grandi responsabilità. Del resto, se a parlare è Marco Guadagno, tra i più grandi doppiatori e dialoghisti, nonché diretto di doppiaggio, e anche attore e regista teatrale, le responsabilità stesse diventano una logica professionale, curando ogni minimo aspetto di un'arte indubbiamente affascinante. Nel curriculum di Guadagno, le edizioni italiane di Ronin, Million Dollar Baby, The Truman Show, Kingsman e Bohemian Rhapsody. E poi l'animazione, da L'era glaciale a Cattivissimo me 3. Protagonista del Comicon di Bergamo, Marco Guadagno ha raccontato a Movieplayer com'è essere direttore del doppiaggio dei cinecomics della Marvel.
Una sfida che parte da lontano, fin dalle copie provvisorie che arrivano negli studi di doppiaggio. "Mi danno accesso a quello che si può vedere, con relativo copione. Niente di scaricabile. Tutto secretato. Lavoriamo sulle versione preliminari. Ci arrivano due o tre versioni, e finiamo il doppiaggio arrivando alla versione finale. Ti confronti con il local office: molti personaggi sono stati già assegnati, mentre su quelli nuovi si fanno i voice test, dei provini. Cercando di trovare voci che non sono state già usate in altri film. Poi ci si confronta con l'America, inizia il lavoro di adattamento e si doppia. Magari poi bisogna aggiornare il doppiaggio, in base alla lavorazione. Si aggiorna il lavoro, e si controlla la versione ultimata", spiega Guadagno. "Non so chi ascolta e decide negli USA, sicuramente fanno delle scelte in base a ciò che percepiscono. E poi giudicano il livello di interpretazione. Non è solo un fattore di bravura".
La scelta di Thanos...
Considerando la Marvel, Marco Guadagno ha curato l'edizione di oltri trenta film. Ma qual è stato il più complesso da adattare? "Gli ultimi Avengers. Erano divisi in due parti, c'erano richiami e raccordi. Bisognava stare attenti. In fondo, ho l'impatto del film originale, ed è un impatto diverso da quello che riceva il pubblico. Al cinema lo spettatore ha una visione diversa. È un discorso emotivo, e devo rispettare il volere degli autori. È una responsabilità, ma anche un gioco... Penso alla scelta su Thanos, non mi sono sentito di tradurre semplicemente la frase 'I'm inevitable', e ho scelto 'ineluttabile'. La cosa è piaciuta! Poi, la complessità in questo tipo di film è la memoria storica. E Avengers: Infinity War ed Avengers: Endgame ne hanno tanta".
I personaggi più divertenti da doppiare? "I Guardiani della Galassia sono tanta roba. James Gunn è un grande. Guardiani e anche Iron Man sono i più divertenti. E aggiungo Spider-Man". A proposito di Spidey, Guadagno racconta come è stato affrontare il ritorno di Andrew Garfield e Tobey Maguire in Spider-Man: No Way Home: "Lorenzo De Angelis e Marco Vivio hanno mantenuto una bella voce, molto giovane. Speriamo solo che lo Spidey di Tobey Maguire non incontri mai il Capitan America di Chris Evans (hanno lo stesso doppiatore, nda.)...".
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"Il doppiaggio è come una partitura musicale"
Marco Guadagno, poi, riflette sullo stato dell'arte del doppiaggio italiano: "Ci sono stati dei cambiamenti epocali. L'adattamento di Un uomo da marciapiede di John Schlesinger è stato l'emblema. Prima i doppiatori erano spesso attori. Si veniva dal cinema o dal teatro. La tv privata ha cambiato le regole. Ci sono poi stati dei casi fortunati, ma più diventa industria e più si danneggia la qualità. E ci troviamo ad oggi in un settore finito, in parte, in mano ai numeri. Con 3Cycle ho messo in piedi una scuola di formazione, tra attori e dialoghisti. Spero di aver immesso nel mercato delle giovani promesse. Il mercato è in contrazione, anche se ha molta più visibilità. Però è stata riportata l'attenzione verso la versione originale del film, alzando la soglia dell'attenzione. Netflix e Prime Video stanno alzando l'asticella, nonostante oggi ci siano problemi di budget, preferendo la velocità alla qualità".
Ma cosa risponde Marco Guadagno a chi dice che vedere un film doppiato è come vedere un film a metà? "Il doppiaggio parte da una traduzione. E la traduzione è vicina alla radice linguistica del tradimento e della tradizione. Tradendo, continuo a veicolare la conoscenza della lingua. Giuda tradisce Cristo, e nasce il Cristianesimo. Poi... Il più bel doppiaggio è quello che non si sente, che non è forzato. Ovvio, incollo una cosa sopra un'altra. E se sono discreto, meno si vede la colla. La versione originale resta inarrivabile, cerchiamo di fare nel meglio: ricreare e restituire qualcosa in un'altra lingua. Come una partitura musicale".