Se c'è un pregio che va attribuito a Natale a Londra - Dio salvi la Regina è quello di rifuggire buonismo e moralismo. Poi, per quanto numerosi, perfino i fan di Lillo & Greg, di Nino Frassica e Paolo Ruffini, riconosceranno una certa povertà di ingegno a questo terzo cine-panettoni della scuderia di De Laurentis.
Le risate non abbondano, "ma non era questo il nostro obiettivo", sottolinea il regista Volfango De Biasi, e le gag del talentuoso duo romano sono quasi sempre le stesse. Non il massimo per un film che, per definizione, ha sempre avuto l'obiettivo di intrattenere senza troppe pretese. Fortuna che, oltre ad essere dotati di una straordinaria ironia, comici e regista siano in possesso di intelligenza e auto-ironia e pertanto aperti al confronto anche con i critici più perplessi. Contrariamente a Fausto Brizzi & Co. che in settimana hanno ribattuto con poca eleganza alle osservazioni di chi scrive, dinanzi alle mie obiezioni De Biasi e Lillo & Greg si mostrano interessati a discutere e approfondire.
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"Forse anche nel nostro film qualche moralismo c'è, non siamo a quei livelli di cinismo che distinguevano le commedia all'italiana degli anni Sessanta", mi fa notare Lillo quasi calciando un autogol. E De Biasi non finge di non essere intimorito dalla concorrenza nelle sale. "Da regista sono spaventato dall'idea del flop, lo dico sinceramente".