Vicious: risate amare in compagnia di Ian McKellen e Derek Jacobi

Si è da poco conclusa - in America - la sitcom inglese sul rapporto di coppia tra due attori attempati. Ecco il nostro commento generale su una serie che merita di essere (ri)vista.

La strana coppia

È stato necessario aspettare fino al 2013 per vedere una serie comica inglese con due protagonisti omosessuali, e lo sceneggiatore Gary Janetti, forse consapevole di questo primato, ha fatto sì che i personaggi in questione non passassero inosservati: così è nato Vicious, che nei primi episodi si è presentato come volutamente dissacrante, con battute di dubbio gusto su temi come la violenza sessuale (Janetti, in caso non si fosse capito, è un veterano de I Griffin).

Vicious: un immagine dei protagonisti della serie
Vicious: un immagine dei protagonisti della serie

Una trasgressione perdonabile grazie al fascino perverso derivato dalla visione del rapporto fra Freddie e Stuart, impegnati da quasi cinquant'anni in un rapporto di amore/odio e visibilmente innamorati l'uno dell'altro, malgrado i diversi insulti che si scambiano ogni giorno (Freddie a Stuart: "La prossima volta che intendi fare la doccia, avvisami un giorno prima così posso andare a dormire in un motel"). E la situazione si è evoluta nel corso di 14 episodi (l'ultimo, lo speciale di commiato, è andato in onda lo scorso 19 Giugno negli Stati Uniti su PBS, mentre per la messa in onda britannica sarà necessario aspettare la fine dell'anno), fino all'addio spesso toccante che dovrebbe far ravvedere chi aveva liquidato la serie come un contenitore di cattiverie gratuite.

Leggi anche: Le più belle Love Story Gay del decennio

I tempi cambiano, le abitudini no

Vicious: Ian McKellen e Derek Jacobi in un'immagine della serie tv
Vicious: Ian McKellen e Derek Jacobi in un'immagine della serie tv

Ogni episodio segue una struttura più o meno fissa, con varianti minime: qualora non siano impegnati a punzecchiarsi a vicenda, Freddie e Stuart passano le giornate a spettegolare insieme all'amica Violet, notoriamente sfortunata in amore, e il giovane vicino Ash, inspiegabilmente affezionato al duo. Al quartetto si uniscono di solito anche Mason, fratello di Freddie, e Penelope, i cui vuoti di memoria sono spesso fonte di malintesi. Tra gli argomenti ricorrenti c'è la carriera altalenante di Freddie, attore squattrinato costretto ad interpretare ruoli dozzinali - che lui spaccia per grandi opportunità - in serie di successo. Particolarmente degna di nota è la sua presunta lista di amici nel settore, in realtà praticamente uguale a zero (anche se nell'episodio natalizio del 2013 c'è un cameo vocale di Judi Dench). Memorabile anche la trama orizzontale della seconda stagione, sul possibile matrimonio tra i due protagonisti.

Un duo inossidabile

Vicious: un immagine tratta dalla serie
Vicious: un immagine tratta dalla serie

Nel complesso, al di là di qualche perplessità iniziale, Vicious è un programma caricaturale ma al contempo sincero, dove la farsa nasconde sempre un cuore drammaturgico che va oltre la semplice ricerca della risata a tutti i costi. Il merito è soprattutto dei due interpreti principali (ma ai fan de Il trono di spade consigliamo la visione anche per la presenza di Iwan Rheon, lontano anni luce dal sadismo di Ramsay Bolton). Parliamo di Ian McKellen e Derek Jacobi, due mostri sacri del teatro e del cinema britannico, nonché icone gay che contribuiscono alla dinamica di coppia tra Freddie e Stuart con parte del loro vissuto (da giovani avevano una cotta l'uno per l'altro, ma senza dichiararsi). Ormai ultrasettantenni, non hanno più nulla da dimostrare in termini attoriali, ragion per cui hanno accettato con piacere di recitare in una sitcom, ma non per questo lasciando la sincerità in un angolo. Per questo, anche quando McKellen si rivolge a Jacobi con un impeccabile "Bitch, please!", è impossibile non amarli. Ed è un peccato dovergli dire addio dopo appena tre anni.

Leggi anche: Oscar, Ian McKellen: "Anche i gay vengono discriminati"

Movieplayer.it

4.0/5