Si aprono i battenti sull'edizione 67 del festival di Venezia con un pugno di opere dal sicuro impatto e resa spettacolare, e ovviamente l'approdo delle prime star al Lido, tra cui le bellissime Jessica Alba e Natalie Portman, ma anche Darren Aronofsky e Robert Rodriguez, due autori agli antipodi, che tuttavia hanno catalizzato nella stessa misura l'attenzione della stampa.
Il concorso si è aperto con Black Swan e Darren Aronofsky soprende anche quest'anno con un film di grande potenza, con Natalie Portman nel ruolo di una ballerina che dedica tutta la sua vita a raggiungere il suo sogno di prima solista nel prestigioso New York Ballet. Dramma, anche piuttosto pretestuoso in superificie, horror psicologico nella sostanza, il film di Aronofsky coinvolge emotivamente e mette realmente i brividi. Non tutta la critica pare aver gradito a conferma di un regista sempre discusso e capace di alti e bassi abissali. (Leggi la recensione di Black Swan)
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Se quindi c'è da definirsi relativamente soddisfatti per i primi film del festival, è altrettanto doveroso segnalare alcuni limiti organizzativi che spesso hanno caratterizzato la rassegna veneziana, ma quest'anno per ora si sono dimostrati fin troppo evidenti. Il riferimento ai novanta minuti medi di fila che la stampa italiana ha dovuto fare ieri pomeriggio per ottenere l'accredito e alcuni problemi tecnici in sala stampa hanno reso difficile il lavoro di chi questo festival lo racconta con passione ed entusiasmo.