Recensione Una top model nel mio letto (2006)

In questo 'Una top model nel mio letto', Veber punta innanzitutto a intrattenere, a offrire al pubblico una commedia vivace, dal ritmo incalzante e dalle situazioni potenzialmente "esplosive": un risultato, in definitiva, raggiunto senza troppi affanni.

Un'occupazione singolare

Sembra essere il divertimento puro, quello a cui punta Francis Veber (tra i più stimati autori di commedie francesi degli ultimi decenni) in questo Una top model nel mio letto: la situazione di partenza (due love story in crisi, una foto compromettente, una singolare offerta di "lavoro") è qui il pretesto per scatenare una serie di gag tutte incentrate su un'improbabile (e in effetti fittizia) storia d'amore, che travalica le barriere delle classi sociali e dei canoni di bellezza comunemente intesi. E' in effetti proprio l'abbattimento di questi due "muri" a innescare le situazioni più divertenti, come quando la top model Elena Simonsen si reca sul posto di lavoro del parcheggiatore François Pignon (nome che ricorre in molte opere del regista, un po' come il morettiano Michele Apicella) lasciando esterrefatti colleghi e avventori, oppure nella sequenza in cui Pignon assiste a una sfilata della sua "fidanzata", muovendosi con modi goffi e indossando abiti dimessi, pesce fuor d'acqua nel cuore dell'alta società parigina.

Certo, le implicazioni sociologiche interessano fino a un certo punto a Veber: non che il background dei personaggi non sia correttamente e funzionalmente definito, non che i rispettivi mondi non siano resi in modo sufficientemente credibile dalla sceneggiatura. Ma il regista punta innanzitutto a intrattenere, a offrire al pubblico una commedia vivace, dal ritmo incalzante e dalle situazioni potenzialmente "esplosive": un risultato, in definitiva, raggiunto senza troppi affanni. In questo ha aiutato certamente la scelta dei protagonisti, a partire dalle due "nemesi" Gad Elmaleh (sorta di Nicolas Cage transalpino romantico e imbranato quanto basta) e Daniel Auteil (che si è giustamente concesso una pausa tra l'hanekiano Niente da Nascondere e il prossimo N - Napoléon di Paolo Virzì), senza dimenticare l'"amore di una vita" del protagonista Virginie Ledoyen. L'"oggetto del desiderio" Alice Taglioni è fisicamente mozzafiato e questo basta, vista la bidimensionalità forzata del personaggio: fa il suo mestiere di principessa dal cuore d'oro scesa tra il popolo, in fondo non le si chiedeva di più.

Divertente anche la schiera di comprimari presenti, tra cui un narciso venditore di cellulari, un invidioso e appiccicoso amico del protagonista e un medico che si ammala visitando i suoi pazienti. Il contrappunto finale "cattivo" al prevedibile happy ending evita al film di scivolare in un sentimentalismo risaputo e stucchevole, aggiungendo inoltre quel piccolo tocco di cinismo che dà una nota di maggiore credibilità al tutto.

Movieplayer.it

3.0/5