Alla conferenza stampa di presentazione di quello che il regista definisce "il primo film italiano sulla danza", la star è lui, Kledi Kadiu, lanciato nel mondo delle starlette televisive da Buona Domenica e da tutto il panorama produttivo della ditta Costanzo. Fa un po' impressione dunque vederlo seduto proprio a fianco, oltre che del regista Barzini e della bella co-protagonista Laura Chiatti, a Carlo Martella, in rappresentanza della Rai, maggior finanziatore del progetto.
La storia, così come è stata rappresentata, dà l'idea che alcuni passi siano stati addolciti. Sicuramente Kledi, nella sua vita, avrà vissuto cose ben peggiori, almeno immagino?
Kledi Kadiu: Mah, non saprei. Quando ho incontrato il regista e gli sceneggiatori, io non mi sono trattenuto nel raccontare quel che mi è successo realmente, quel che ho vissuto. Poi ci hanno pensato gli autori a trasformarlo in film.
Andrea Barzini: E' importante precisare come il nostro obiettivo fosse quello di mettere in scena una commedia di danza e non fare un film neorealista. I contenuti di un certo tenore sono presenti, ma utilizzati con i codici della commedia, in quanto si voleva raggiungere il pubblico amante della danza, che è un pubblico giovane. Anche per questo la realizzazione ha utilizzato un certo tipo di canoni filmici.
Kledi, una domanda sul tuo vissuto personale. Fino a che punto per te è stato difficile per te ottenere il permesso di soggiorno?
Kledi Kadiu: Io sono stato un anno e mezzo senza permesso di soggiorno. Poi ho lavorato in una piccola compagnia di teatro, ma avevo un permesso legato esclusivamente a quel lavoro. Per il permesso definitivo ho dovuto aspettare altri due anni. Le mie prime audizioni "serie", anche per la televisione, sono andate male proprio per problemi legati a questo fattore.
Oggi tu sei passato dall'altro lato della barricata, dirigi un'accademia di danza. Come vivi questo passaggio?
Kledi Kadiu: E' un lavoro molto variegato e molto duro. L'idea, per i giovani ragazzi di oggi, di avvicinarsi alla danza in modo serio presuppone un impegno e una dedizione grandissimi, poiché è un'attività molto dura, e solo uno su mille ce la fa. Oggi però, a differenza di qualche tempo fa, se dici di essere un ballerino sei rispettato, è un lavoro che dà soddisfazioni.
Signor Barzini, mi è piaciuta molto la sua regia e l'uso che fa di immagini in trasversale. Ce ne può parlare? Andrea Barzini:E' un tipo di inquadratura che usavo molto negli anni '70, quando giravo in super8 e mi divertivo a sperimentare. E' stato piacevole avere la possibilità di ripetere per in un film per le sale quel che facevo a livello quasi amatoriale una volta.
Ci dice qualcosa a proposito del centro occupato di Ostia che compare nel film? Andrea Barzini: E' un posto veramente interessante, ci sono stato realmente. Qualsiasi sono i problemi di chi si trova al centro trovi gente sempre di buon umore, che sorridono alla vita. Sono ordinatissimi. Per girare il film non abbiamo costruito nessuna scenografia, abbiamo preso tutto così com'è. Ci si trovano un'allegria e una dignità sorprendenti!
E' molto importante la musica rispetto alle scene di ballo. Com'è avvenuto il missaggio? Immagino sia stato faticoso.
Roberto Vernetti: Si, è' stato un lavoro molto duro. Le musiche per le scene di ballo dovevano essere scritte prima e io non ero addentro alle dinamiche del film come chi ci lavorava ogni giorno. E' stato un gran lavoro d'immedesimazione. Solo dopo ci siamo messi a lavorare sul lato più strettamente inerente alla colonna sonora vera e propria, alle musiche d'accompagnamento.
Kledi, forse avresti voluto che nel film ci fossero stati altri momenti della sua vita?
Kledi Kadiu: Magari nel prossimo film (ridendo). Noi in realtà non volevamo rappresentare la mia vita, ma l'amore e la passione per la danza. Volevo ringraziare veramente tutti. All'inizio infatti mi volevo ritirare dal progetto, poi l'affetto di tutti quelli che hanno partecipato il film mi ha convinto ad andare avanti.
Laura lei dev'essere un ottima ballerina, se è stata affiancata a Kledi nel film? Laura Chiatti No, io in realtà non so ballare per nulla, anzi le dico che sono proprio un palo. Spero, come penso, che sia stata scelta per la recitazione. Per tutte le scene di ballo è intervenuta una controfigura.