Un grosso grasso fiasco
Diretto da quel Joel Zwick che tre anni fa aveva spopolato con la commedia ai fiori d'arancio Il mio grosso grasso matrimonio greco, Fat Albert è stato distribuito negli Stati Uniti durante la scorsa stagione natalizia senza bissare il successo per Zwick: arriva da noi a luglio, rititolato ad hoc Il mio grosso grasso amico Albert - assieme a tanti altri prodotti su cui i distributori non sono propensi a scommettere molto. A ragione, almeno in questo caso.
Il film è tratto da un cartoon anni '70, Fat Albert and the Cosby Kids, creato dal celebre comico Bill Cosby, che doppiava anche molti personaggi: le vicende della gang del gigantesco Albert erano ispirate all'infanzia dello stesso Cosby, cresciuto a Philadelphia, ed avevano uno sfondo edificante. I Cosby Kids, infatti, erano gli angeli del quartiere, sempre attenti ai problemi dei loro coetanei.
Anche questa versione aggiornata di Fat Albert ha a cuore i problemi dei giovani: infatti sono proprio le lacrime di un'adolescente che si sente sola, Doris, a indurlo a lasciare la Philadelphia vintage del cartoon (ridisegnata con lo stesso stile, ma con tecniche moderne) per la Philadelphia odierna dove vive la ragazzina. La gang inevitabilmente lo segue, e il pittoresco gruppetto rischierà di danneggiare ulteriormente la già pericolante vita sociale della timida Doris... finendo, naturalmente, per insegnarle che non è la "perdente" che crede di essere, e quindi risolvendo anche il suo problema.
Inutile dire che la versione in carne e ossa del panciuto eroe ha poco a che vedere con quella originale; la sceneggiatura non brilla per le trovate umoristiche né per le scelte narrative e la caratterizzazione dei personaggi è del tutto inesistente. Il film avrebbe potuto forse essere tollerabile se non si fosse voluto strafare e stipare in un unico prodotto tutti i possibili temi rassicuranti mai trattati in una commedia giovanilistica americana: l'amicizia, l'amore, la voglia di riscatto, l'umiliazione dei "bulli", e via discorrendo, il tutto condito da una buona dose di moderno e spendibilissimo hip hop. L'unico tema che, se esplorato con maggiore coraggio e creatività, avrebbe potuto divertire è quello del contrasto tra epoche diverse, che nel film si riduce a un paio di innocue battute dei personaggi di fronte alle meraviglie tecnologiche della nostra era. Non che un guizzo o una boutade intelligente sarebbe bastati a salvare un film a cui manca anche tutto il resto.
Movieplayer.it
1.0/5